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Inter, dovrà essere un mercato ‘creativo’. E Thohir chiede 200 mln per uscire dal club

Il Corriere della Sera descrive quelli che sono i prospetti in casa nerazzurra in vista di gennaio

Marco Astori

Il pareggio con il Pordenone in Coppa Italia e la sconfitta interna contro l'Udinese hanno messo in luce ciò in cui l'Inter presenta qualche lacuna: la lunghezza della rosa. Luciano Spalletti non ha infatti a disposizione sostituti di livello, giocatori che possono svoltare la partita subentrando: ecco il perché delle sue parole nel post-match di ieri, che, secondo il Corriere della Sera, difficilmente verranno ascoltate per tre motivi: di profili utili alla causa nerazzurra non ce ne sono troppi in giro, a gennaio i prezzi sono ancora più alti che in estate e, fattore più pesante di tutti, Suning non ha intenzione di investire.

Il direttore dell'area tecnica di Suning Walter Sabatini ha incontrato la proprietà, che non si è ancora espressa pubblicamente, anche sul fatto dello stop sugli investimenti nel calcio: il diktat è però quello di conquistare la Champions League, pur sapendo che a gennaio non ci saranno iniezioni di denaro. Sarà dunque necessario l'autofinanziamento: Sabatini e Ausilio dovranno essere bravi a condurre un mercato creativo. Non arriveranno grandi nomi, anche perché gli unici appetibili sul mercato potrebbero essere Joao Mario e Brozovic, che non hanno però richiesto. Qualcosa per correggere sarà però fatto.

"Suning - si legge sul portale del Corriere - non sarà generoso e oggi si trincera dietro il rispetto del fair play finanziario e le linee guida del governo. Il patron Jindong Zhang è uomo vicino ai vertici politici, è stato rinominato vice presidente della Federazione cinese per il commercio e l’industria, e di certo non può discostarsi da quanto Pechino impone. Nella frenata di Suning c’è però di più: Erick Thohir. Seppur con un ruolo sempre più marginale, resta presidente dell’Inter. Lo si è rivisto a San Siro con l’Udinese, ma stasera non dovrebbe esserci alla cena di Natale con i 400 dipendenti nerazzurri e la squadra. Tra Suning e l’indonesiano i rapporti non sono però di totale armonia. I cinesi avrebbero voluto rilevare la sua quota per 40 milioni. Lui ha declinato, ne chiede quasi 200. Suning è un colosso, con una potenza economica dirompente, ma i paletti del governo impediscono di far uscire con facilità capitali dalla Cina. Anche per questo è stato piazzato un bond (il tasso al 4,8% è la prova che i mercati si fidano) da 300 milioni, per chiudere un debito dagli alti interessi e assicurare liquidità al club. Con questo scenario è difficile investire sul mercato. Spalletti dovrà reagire, per ora con le sole forze a disposizione. Poi con quello che porterà il mercato creativo di Sabatini, costretto a lavorare come un ministro senza portafoglio".