Lunga intervista concessa da Andrea Pinamonti ai microfoni del Corriere dello Sport. Il gioiellino dell'Inter, ora protagonista con l'Italia al Mondiale Under-20, ha parlato così dell'esperienza, per poi chiosare con il proprio futuro.
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Inter, Pinamonti: “Icardi il più completo, Ibra l’idolo. Futuro? Io e il mio agente d’accordo su una cosa”
Le parole del gioiellino nerazzurro, protagonista del Mondiale Under 20
Pinamonti, perché facciamo fatica a trovare un punto di forza di questa squadra?
«Perché la nostra forza è il gruppo e non si tratta di una frase fatta. Siamo cresciuti insieme, come gli spartani nel film "300"».
Contro tutto e tutti?
«Sì, contro ogni pronostico. Uniti, rabbiosi e compatti. Questa storia di Leonida e degli spartani nasce grazie al mister Paolo Nicolato che è un grande fan di questo film e prima di ogni gara ci invia sul gruppo WhatsApp degli spezzoni con le frasi più emozionali. Oltre a essere un bravissimo allenatore sa anche quali corde toccare per motivare il gruppo».
In questo Mondiale non partivate favoriti, proprio come gli spartani. Poi cosa è successo?
«Sono sorpreso nel vedere le big come Francia, Portogallo e Argentina fuori dal torneo. Noi ci siamo, significa che abbiamo avuto la testa giusta. Tanti ragazzi di questa Italia non hanno esperienza in Serie A e forse per questo motivo nessuno pensava di vederci arrivare così lontano. Ma ci abbiamo sempre creduto, è un premio che meritiamo».
Scaramanzia a parte, le piace la similitudine con l’Italia campione del mondo di Lippi? Il gruppo che esalta i singoli...
«Mi piace e mi onora. Come la nazionale del 2006 abbiamo la testa giusta per vincere il Mondiale».
Lo sa che Mancini e Di Biagio stravedono per lei?
«Sono felice, quando certi allenatori ti stimano significa che stai lavorando bene. Io ho fatto sacrifici enormi per giocare a certi livelli e devo fare ancora tanta strada. Negli ultimi due anni ho realizzato tanti sogni. L’esordio in A, poi il primo gol, partecipare al Mondiale Under 20 e la convocazione all'Europeo Under 21».
Ne manca uno, giusto?
«Sì. Vincere il Mondiale sarebbe incredibile. Ci crediamo, non posso negarlo. Vogliamo farcela, ci sentiamo davvero vicini a qualcosa che resterebbe per sempre nella storia del calcio italiano. Attenzione però, rischiamo di bruciare tutto e non possiamo permettercelo dopo un percorso così. Adesso pensiamo alla gara di martedì contro l'Ucraina».
Che avversario sarà?
«Da oggi lo studieremo. Sono forti, molto forti. Altrimenti non sarebbero in semifinale. Noi comunque cercheremo di imporre il nostro gioco come sempre».
C’è un calciatore a cui si ispira?
«Il mio idolo è sempre stato Ibrahimovic, da bambino sognavo di diventare come lui. All’Inter mi sono allenato con Icardi e secondo me è il centravanti più completo in circolazione. Mi ha dato tanti consigli, grazie a lui sono migliorato».
Pinamonti bomber con 4 gol. Due anni fa l’Italia arrivò terza nel Mondiale con Orsolini a quota 5 nella classifica marcatori. L’obiettivo è superarlo?
«Con Riccardo ci conosciamo bene. Siamo entrambi nel gruppo Under 21 e abbiamo fatto anche lo stage con la Nazionale maggiore. L'obiettivo è sempre di squadra, ma se raggiungerlo e superarlo significa portare l’Italia ancora più su allora sì… me lo auguro con tutto il cuore».
Ci racconta la doppietta contro il Mali ai quarti?
«Nel primo gol ho visto il portiere posizionato male e, invece, di crossare ho calciato da posizione defilata, cogliendolo di sorpresa. Sul rigore ho pensato a tirare forte sotto l'incrocio, cambiando scelta rispetto a quello segnato contro la Polonia agli ottavi».
Dica la verità, ha pensato a un altro cucchiaio?
«No, perché il portiere se lo aspettava (ride ndr) e infatti è rimasto fermo. Realizzarne due di fila poi è impossibile. Quella pazzia l’ho fatta per caricare i miei compagni in un momento di difficoltà e perché il numero uno polacco mi aveva provocato. E poi c’è un retroscena che non ho ancora raccontato…».
Prego.
«Il pomeriggio prima di Italia-Polonia mio papà mi ha inviato un video di un rigore che calciai in una semifinale scudetto Primavera contro la Roma. Feci il cucchiaio, prendendomi un grosso rischio. Così mi ha scritto “Ti prego Andrea, non lo rifare più”. E l’ho rifatto. Sono uno che vive di sfide».
Cosa c’è nel futuro di Pinamonti? L'Inter, la Roma o altro?
«Adesso penso solamente al Mondiale. Io e il mio agente siamo d’accordo: l’argomento mercato non è in agenda. È troppo importante vincere qui. Ci sarà tempo per qualsiasi discorso».
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