Dopo la vittoria sul Tottenham, l'Inter è al lavoro per preparare la partita di sabato con la Sampdoria. A disposizione di Spalletti per il campionato c'è anche Joao Mario che ha parlato oggi in esclusiva ai microfoni di Sky Sport:
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Joao Mario: “Voglio che i fischi diventino applausi, devo cambiare. Ruolo? Ora ho le idee chiare”
Il centrocampista dell'Inter ha parlato del momento della squadra nerazzurra
"Il mio pensiero è cambiare i fischi in applausi. E' difficile quando i tuoi tifosi ti fischiano ma riesco a capire il perché. C'è un problema di body language, ogni tanto sembra che non ci sono, ma è una cosa che devo migliorare perché ho voglia e volontà di fare bene sempre. E su questa cosa posso migliorare".
DARE IL MASSIMO - "La cosa che ho imparato è che qualsiasi sia il momento o l'ambiente e la fiducia, devo dare sempre il mio massimo perché non ci sono scuse per gli atteggiamenti, è quello che devo cambiare".
TATTICA - "In questo sistema qua, mi posso trovare meglio come secondo mediano. Sulla trequarti, qua in Italia ci vogliono giocatori che segnano tanto, non è la mia caratteristica principale, per come giochiamo noi all'Inter il mediano è dove posso aiutare di più la squadra. Ho giocato ala destra o sinistra in Nazionale, però dove posso giocare meglio è in mezzo".
INTERVISTA INCRIMINATA ("NON TORNERO' PIU' A MILANO", DISSE JOAO MARIO) - “Farla è stata una cosa poco intelligente. Quest’anno sono tornato con la testa pulita e la voglia di mettermi a disposizione. Sono rimasto qui ed è la cosa più importante per me. Ora devo ritrovare la condizione per aiutare la squadra”.
ARRIVO E SPALLETTI - "Il primo anno lontano dal Portogallo è stato difficile - ha continuato Joao Mario- probabilmente, arrivando la stagione successiva con un progetto preciso avrei fatto andare le cose in maniera diversa. Quando sono arrivato non ho pensato all’investimento del club su di me. Forse due anni fa era il prezzo giusto, non lo so. Ma non mi è mai pesato, mi ha sempre spinto a fare meglio. Il rapporto con l’allenatore non è un problema, perché è buono e positivo. L’anno scorso sono andato in Premier solo per non perdere il Mondiale".
CAMBIAMENTO - "Due anni dopo mi sento più maturo. Adesso sono consapevole di come mi alleno, tutti mi aiutano e sono pronto per giocare, ho un bellissimo rapporto con il gruppo dal primo giorno, in particolare Miranda, D’Ambrosio, Handanovic e Perisic mi hanno aiutato tanto nell’inserimento. L’allenatore mi ha detto di farmi trovare pronto e che quando ci sarà bisogno mi darà fiducia. Ho imparato che il momento della squadra e l’ambiente meritano il massimo. Non ci sono scuse per gli atteggiamenti. È questo quello che devo cambiare".
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