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Spalletti: “Ero interista, ora la amo. Chi gioca qui non si nasconda. Mercato? Comandiamo noi”

L'allenatore dei nerazzurri ha parlato ai giornalisti alla vigilia della delicata sfida

Andrea Della Sala

Domani alle ore 18, l'Inter scenderà in campo a San Siro contro la Lazio. I nerazzurri, dopo le due sconfitte in campionato e quella col Milan in Tim Cup, devono ripartire nello scontro diretto con i biancocelesti. Alla vigilia dello scontro diretto in ottica Champions, il tecnico dell'Inter Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa. FCINTER1908 vi ha riportato in diretta le sue dichiarazioni:

INTER TV:

Inter-Lazio sfida per la Champions

"Sarà una sfida aperta, loro sono forti, noi abbiamo una squadra forte per cui risultato aperto e sfida tra bomber. Questi due si contenderanno la classifica capocannonieri".

Dobbiamo stare uniti e supportare la squadra. Altri 60mila allo stadio

"Quando vincevamo mi sentivo sempre più interista, ora che vedo la partecipazione nella sconfitta ne sono totalmente innamorato. I giocatori ci ridaranno il massimo delle loro potenzialità".

Cosa può far tornare la serenità?

"Dobbiamo vincere una partita. Dobbiamo perforare questo duro che stiamo trovando in questo momento. Abbiamo fatto tutto da soli, è la squadra che ha determinato questo pensiero. La Lazio forte e sta facendo benissimo, noi stiamo facendo l'opposto. Se le vinci tutte e perdi con squadre inferiori, ti viene detto che stai facendo un brutto campionato. Siamo noi che determiniamo il pensiero".

Cosa rappresenterebbe riuscire a vincere?

"Sarebbe la soluzione di tutti i discorsi che tentiamo di costruire".

CONFERENZA STAMPA: 

Cosa ha detto ai giocatori in questi due giorni?

"Si cerca di portargli dei dati di fatto a quello che è successo, a quello che stiamo percorrendo come strada. Uno degli esempi è che se a questo punto ci fossimo arrivati con due sconfitte con Juve e Napoli precedentemente e poi avessimo vinto almeno una di queste due perse, il modo di vedere le cose sarebbe stato diverso. Prima questi calciatori hanno fatto cose eccezionali, ora è facile trovare qualche difficoltà. Abbiamo fatto tutto da soli e così possiamo trovare la soluzione. In questo momento qui, riesci a conoscere in profondità quelle che sono le tue qualità individuali. Nessuno ti dà la soluzione, noi abbiamo determinato che ci potessero dire qualcosa avendo fatto prima delle cose eccezionali. Dobbiamo avere chiaro chi siamo e da dove veniamo. Siamo una squadra forte e non possiamo essere in difficoltà se non vogliamo esserlo". 

Ci ha fatto capire che è un problema psicologico. Come se ne esce?

"Nel calcio ci sono momenti in cui le partite non le porti a casa mai nella vita. Devi lasciar scorrere il tempo e reclutare le energie che ti aiutano a reagire. Abbiamo dei dati che non ci fanno essere pessimisti. I pessimisti non raggiungono risultati importanti. Nei dati troviamo le soluzioni. Gli obiettivi vanno bene, ma la differenza la fa il sistema l'organizzazione, le procedure, il modo di lavorare che deve essere più riconoscibile, ma bello chiaro". 

Quando questa squadra ha avuto la possibilità di fare il salto, ha sempre fallito. Perché bisogna credere che quest'anno possa cambiare?

"Ci sono gli spaventatori professionisti che dicono sempre il peggio, ora il quarto posto è a rischio, ma lo sarà fino alla fine del campionato. Abbiamo un lavoro e dei numeri a supporto. I calciatori hanno fatto vedere di avere i colpi in canna per poter risolvere le partite, hanno il colpo di reni. I tifosi dell'Inter, che domani saranno in 60mila, sono quelli che hanno in mano o in testa la soluzione. Hanno fiducia in quello che noi possiamo fare e i giocatori la pensano come me. se durante le vittorie sono diventato più interista, ora che si è perso sono totalmente innamorato dell'Inter. I giocatori la vivono come me. Bisogna lasciare contagiare da quello che siamo, siamo una squadra forte". 

Inzaghi ha detto che non dovranno dare ampiezza al gioco dell'Inter. Gioco troppo prevedibile?

"Insomma, è un'analisi corretta. Centralmente bisogna saper palleggiare di più e saper penetrare di più. Sono caratteristiche che bisogna metterci mano. Bisogna stare attenti quando perdiamo palla e la Lazio ribalta l'azione". 

Diceva che il primo anno sarebbe stato decisivo per tutti. Nelle ultime partite si è vista un'involuzione, atteggiamenti che non sono espressione della cattiveria agonistica. Quanto questa cosa la fa arrabbiare?

"Anche io sono un po' sorpreso per questa mancata totalità di buttarci dentro le forze per reagire alla difficoltà. Mi sembra una difficoltà dove non ci abbiamo messo tutto, ma se si fa gol nel derby come ci era capitato... E' stato un derby giocato alla pari, sicuramente dovevamo fare qualcosa di più. Le altre due partite che abbiamo perso, non ho visto una squadra nei guai. Dobbiamo metterci del nostro, io conosco il presente. Andiamo a lavorare ancora di più sulle cose giuste, si fanno discorsi mirati, dialoghi individuali. Lavorare in maniera mirata è più corretto che lavorare duramente. Si attua il piano che ci siamo detti, non c'è una squadra dove si vede che gli interessa poco il risultato, gli interessa molto. Sono tutti vogliosi di ribaltare questo momento, bisogna rafforzargli questi dati di fatto perché sono momenti trascorsi, situazioni create, contesti costruiti da loro. Sento parlare di Roma e Lazio che stanno facendo un campionato straordinario, Juve e Napoli squadre di extraterrestri e noi siamo lì comunque. Se ci troviamo qui è perché abbiamo fatto vedere delle qualità che abbiamo, nessuno ci può tirare fuori da qui. Dobbiamo lavorare in maniera corretta per un lungo periodo". 

Per ravvivare la zona centrale del campo, è ipotizzabile Cancelo alto a destra e Candreva centrale?

"E' ipotizzabile. Antonio ha fatto vedere di saper fare anche quel ruolo lì. Ma anche Cancelo terzino destro che spinge e fa andare dentro Candreva. In questo momento qui non farei ulteriore confusione perché avevamo visto bene. L'abbiamo indovinata all'inizio di fare leva su questo blocco squadra. In questo momento rafforzerei le nostre convinzioni, non andrei a trovare una soluzione nuova che non so quanto possa andare bene. Le scelte saranno molto simili a quelle fatte fino a questo momento".

Hai avuto da chi hai messo in campo le risposte giuste?

Nel derby ne abbiamo cambiati 4, non sono pochi. Poi tocca a te far vedere cos'hai. Le ho avute parziali, perché grandi prestazioni e risultati non ne abbiamo fatti. Rimango dell'idea iniziale: sto con questi che ho, mi piacciono, hanno le qualità per arrivare a un lavoro programmato in maniera corretta. Mia mamma dice che quello che fa il primo dell'anno lo farai tutto l'anno. Non bisogna avere solo l'obiettivo, devi avere un modo di lavorare, un minitraguardo da raggiungere ogni giorno. Lavoriamo in maniera corretta, dobbiamo portare a casa gli obiettivi del lavoro giornaliero". 

Alla luce degli ultimi risultati è scaduto il tempo di coloro che dovevano fargli cambiare idea sul blocco?

"Non scadrà mai. Ci sono dei momenti nel calcio che non ti vanno a favore. Devi farmi vedere che non sei contento e che quello è stato un episodio. Ho detto che non mi sta bene sentire giocatori che dicono che vogliono giocare di più perché vuol dire che ti sei posto una linea di scadenza. Quando sarò un giornalista a uno che fa così gli vado addosso e lo trito. Così il mini traguardo giornaliero non lo raggiungi. Ognuno deve fare il proprio lavoro per bene, non devono avere un timer, il mio orologio va avanti non ha un timer. A chi dice così... ha mezza vita, non è il modo corretto di ragionare, non è interista fino in fondo". 

Ha visto qualcuno in particolare che si è comportato così come stava dicendo?

"Se ho da dire qualcosa a qualcuno glielo vado a dire e ora non ho avuto da dire niente a nessuno. Li vedo demoralizzati e dispiaciuti per quello che è successo. Bisogna stare con loro e fargli vedere che sono dei calciatori forti che sono arrivati a giocare in una squadra forte con i meriti avuti. Con questa maglia devi saper reagire, non puoi scansarti. Stamattina facevamo l'esempio degli autoscontri, hai voglia a ripararti da tutti, se non vai addosso a qualcuno... Fai il calciatore dell'Inter e ti nascondi? Sperando che gli altri non facciano, o sperando che vada bene non si fa nulla. O siamo giocatori da Inter oppure se non ci sappiamo stare bisogna andare altrove". 

Solo un gol in 5 partite e 4 subiti in tre

"Prima si concedeva di meno e noi si faceva di più. Dentro l'annebbiamento delle tue caratteristiche, sei meno coraggioso, non risolvi bene le cose e succede questo. Ti viene il braccino e gli altri aumentano la convinzione di farcela e si ribaltano le cose". 

Gagliardini lo criticano in molti, ma quando esce manca equilibrio. Gli manca qualcosa a livello mentale?

"Per me non ha grandissime difficoltà, è dappertutto, viene a creare questa fisicità in zona palla e ogni tanto nella verticalizzazione improvvisa qualcosa concede. A me Gagliardini va benissimo com'è, è un giocatore forte, in alcuni momenti al di sotto delle sue potenzialità, ma non c'è niente di strano nei suoi confronti".

E' soddisfatto del percorso di crescita di Cancelo? Cosa dice delle voci che lo rivorrebbero al Valencia?

"Ora ha conoscenze superiori della fase difensiva. Abbiamo degli equilibri un po' sottili, questo lasciarlo libero e coprirgli le spalle lo dobbiamo fare. Queste qualità offensive le ha e ce le ha fatte veder, ha fatto due buone partite e migliorerà ancora perché ha grande qualità nei piedi. A gennaio possono dire quello che gli pare, fino a che Ausilio non gli dice che è di un'altra squadra, o Sabatini, fanno quello che pare a noi i giocatori. A gennaio si manda via chi vogliamo noi. Mette il muso, butta via due partite e non risolve niente. A gennaio si vede se c'è il contesto giusto vanno via chi vogliamo noi, non chi vuole andare e arriva chi vogliamo noi. Non ci sono procuratori e altre società, si fa quello che si tiene corretto". 

Deluso da Joao Mario? 

"Joao Mario è un ragazzo semplice da capire, non ha mai detto niente di particolare e di strano. Ci sono tante postazioni attorno a un giocatore. E' un ragazzo per bene, corretto da un punto di vista professionale. Mi spiace non abbia fatto gol, se ha pensato di andare via ha buttato via un po' di attenzione per quell'occasione lì. L'applicazione fa la differenza, lui è dispiaciuto, ma si è allenato bene. Se vedessi in maniera plateale una atteggiamento menefreghista affronterei il problema".

Quanto in questa settimana ha dovuto fare lo psicologo?

"Ho detto che abbiamo le possibilità di trovare le soluzioni. Fa parte del mio lavoro, io l'attenzione la voglio spostare sui dati e i numeri che questi ragazzi hanno fatto fino a questo momento qui. Abbiamo tutte le capacità di avere un destino forte. Uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti, quindi facciamo vedere che uomini siamo". 

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