La vittoria contro il Benevento non ha affatto scacciato i tanti dubbi che circondano l'Inter di Luciano Spalletti. I nerazzurri hanno avuto la meglio degli avversari grazie a due colpi di testa su due palle inattive. A giudicare da quanto visto in campo, l'unico modo in cui i padroni di casa avrebbero potuto sbloccare la partita. Difficoltà rese evidenti soprattutto dalla lentezza della manovra:
primo piano
Inter, evidenti i problemi strutturali: non basta Rafinha. Manovra lenta, a centrocampo…
Anche ieri i nerazzurri hanno evidenziato difficoltà nella circolazione del pallone
"Non serve a molto anche il debutto di Rafinha dal primo minuto, inserito in una formazione che ha evidenti problemi strutturali. Il suo ritmo partita non è elevato — e comunque il cambio di passo non è tra le sue caratteristiche principali —, ma soprattutto l’ex Barça è stato «costretto» dalle circostanze tattiche a indietreggiare con frequenza per avviare l’azione con qualche idea in più, viste le scelte scontate del duo Gagliardini-Vecino. Stesso compito che di solito si sobbarca Borja Valero e stessi problemi di circolazione: la palla scorre lenta, troppo lenta. L’Inter così perde trenta metri di campo, uno spazio vitale sulla trequarti che rimane inesplorato: Eder non arretra, i due mediani (la cui forza sarebbe proprio l’incursione…) restano inchiodati in mezzo. E gli altri non aiutano, mettendo insieme una quantità ingiustificabile di errori tecnici. A un certo punto, viene quasi da pensare che manchi un giocatore della qualità di Guilherme, che sull’altro lato del campo stringe tra le linee e fa partire contropiedi pericolosi".
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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