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Già, i soliti giochi di parole (si ringraziano quest’oggi i Bluvertigo per la citazione del titolo): d’altronde che fare se non provare a sorridere, tenendo conto che mancano ancora sei partite di campionato alla fine di questa tortura sportiva ?Certo, pensare di affrontare la partita dalla quale dipenderà (teoricamente, in realtà Moratti è imprevedibile e lo sarà ancora di più da qui a fine estate) il futuro di Stramaccioni sulla nostra panchina, con altri due giocatori consegnati all’infermeria per lungo tempo, senza attacco e moralmente annientati non è esattamente il massimo per provare a scherzarci su, ma in qualità di BloggerOttimista® ho il dovere morale di scrivere delle restanti partite dell’Inter convinto che tutto questo a breve finirà. Cosa ci riserveranno le prossime pagine di Storia della Beneamata non mi è dato saperlo, posso però azzardare un classico “peggio di così è quasi impossibile”.A Cagliari, no perdonatemi, a Trieste è andata in scena una sorta di Inter-Atalanta 2.0: i nostri ad interpretare dignitosamente il match, sfiorando il gol in almeno 4 occasioni mentre Handanovic restava inoperoso, il Cagliari a trastullarsi in cerca di un segnale dal cielo. O dal Celi.
E proprio l’omonimo del ben più celebre, gagliardo e compianto Adolfo ha pensato bene, dopo aver snobbato un fallo+rosso ai danni di Rocchi ed un rigore su Ibarbo (a mio avviso non così netto come i soloni della carta stampata male voglion farci credere), di abboccare alla plateale simulazione di Pinilla per sbloccare un noioso pomeriggio soleggiato ed affondare definitivamente ogni velleità nerazzurra. CONTINUA A LEGGERE
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