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Mentre l’Italia si ritrova politicamente divisa in tre parti, tra ingovernabilità, isterismi collettivi e restituzioni Imu, il derby di Milano offriva un Inter a due facce: quella confusa, disordinata e in balìa di temibili cursori del calibro di Abate e De Sciglio nel primo tempo, e quella generosa, razionale, in alcuni frangenti persino coraggiosa vista nella ripresa.
Alla luce del responso uscito dalle urne nella giornata di ieri, una cosa è certa: Handanovic e Schelotto meriterebbero un posto di primo piano in un eventuale nuovo governo. E un ringraziamento per averci verosimilmente salvato le terga da un possibile “Alfano I”.Il primo è quasi fantascientifico nel neutralizzare due tentativi ravvicinati del numero 45 avversario a botta sicura, per poi dichiarare serenamente ai giornalisti di aver fatto ciò per cui viene pagato, con tanto di scrollata di spalle; il secondo credo stia ancora piangendo dopo aver trovato la serata giusta per redimersi davanti ai tanti tifosi che già l’avevano bollato come sega sesquipedale.Intendiamoci: non è e non sarà mai una certezza, ma neanche la vittima da schiaffo del soldato vista a Siena pochi giorni fa. Un rincalzo, piuttosto giovane e dotato di buon atletismo (quando sarà rientrato in forma), che difende male ma attacca benino e che in una rosa al completo potrebbe avere una sua ragione di essere. (CONTINUA A LEGGERE)
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