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Non c’è niente da fare. Quando pensi che la tua Inter abbia ormai toccato il fondo con l’ennesima non-prestazione, paralizzata da tensioni, paure psico-fisiche, condizione atletica prossima allo zero assoluto e un allenatore incapace di infondere al proprio gruppo almeno un briciolo di amor proprio, ecco arrivare una nuova, abbacinante, incommentabile sconfitta casalinga.
Dopo la disastrosa quanto prevedibile sconfitta di Londra, la domenica calcistica aveva offerto ai tifosi nerazzurri un barlume di speranza per la chimera chiamata terzo posto: mentre a Genova Damato si sollazzava con la Wii, in campo succedeva un pò di tutto ed un redivivo Pazzini preparava dichiarazioni degne di un teenager in preda a crisi pre-puberale (“Portanova non è famoso gnegnegne”, “al Milan si mangia divinamente e il rutto è libero” e “che pacchia il Glade al tamarindo erotico negli spogliatoi”), il Napoli cadeva mestamente a Verona e la Fiorentina si preparava a far la festa a Petkovic. CONTINUA A LEGGERE
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