blogroll

DOPOLAVOROINTER – La strada cinica della rescissione

Sono già iniziati (ahinoi) i giorni del calciomercato, delle speranze, di come sarà l’Inter 2013/14, del nostro futuro 433 (?), dell’anno zero (ancora…), della ripartenza verso un nuovo progetto (che parola...

Giovanni Montopoli

Sono già iniziati (ahinoi) i giorni del calciomercato, delle speranze, di come sarà l'Inter 2013/14, del nostro futuro 433 (?), dell'anno zero (ancora…), della ripartenza verso un nuovo progetto (che parola "fastidiosa").

Insomma tante cose già udite nella scorsa estate, quella del 2012, mentre il Presidente confermava Stramaccioni (come pare aver fatto anche per l'anno prossimo) e si andava con slancio verso una nuova era.

Sappiamo tutti com'è andata a finire, siamo qui a lottare per l'ultimo posto utile in Europa League, dopo un'annata che inizialmente aveva illuso molti ma che alla fine ha mostrato tutti i difetti di una rosa non all'altezza, difetti ampiamente discussi su questi schermi.

E proprio come 12 mesi fa anche oggi iniziano a venire fuori voci sul destino dei nostri senatori, alcuni in odore di taglio, altri confermati, altri in dubbio.

Il tutto per uno dei due ormai atavici obiettivi dell'attuale Inter: l'abbattimento del monte ingaggi (l'altro è la qualificazione alla Champions League, sempre per questioni economiche). Difatti già dalla stagione 2011/2012 è partita l'operazione di diminuzione degli emolumenti per la rosa nerazzurra (sono andati via in ordine sparso Eto'o, Maicon, Julio Cesar, Forlan, Sneijder, Lucio), sia tramite cessioni (ove possibile e laddove l'area tecnica ne sia stata in grado), sia con rescissioni di contratto, sia con l'introduzione di una regola non scritta, cioè la soglia psicologica di 2,5-3 milioni di ingaggio annuali, per i nuovi acquisti (e per i rinnovi). Regola tra l'altro per me abbastanza illogica, dato che la via per costruire una buona rosa non è quella di appiattire gli ingaggi dei vari calciatori, semmai quella di continuare ad ingaggiare i giovani con basso stipendio (vedi Juan Jesus o Kovacic) e contemporaneamente cercare giocatori all'altezza e premiarli in base al loro livello. Di certo i buoni/grandi calciatori non sono attratti da un tetto di ingaggio a 2,5/3 milioni, tra l'altro elargito anche a calciatori come Chivu. CONTINUA A LEGGERE