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INTERISTA SEMPRE – Luciano racconta… Abdoulaye Traoré

FcInter1908.it inaugura da questa settimana uno spazio dedicato agli amici della rete, blogger e giornalisti. Un modo per ospitare e proporvi le voci e gli articoli più interessanti della rete nerazzurra. Diamo il benvenuto a Luciano!

Sabine Bertagna

Il blog di Luciano - Interista Sempre (http://luciano-interistasempre.blogspot.it/) è un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda il calcio nerazzurro giovanile e non solo. Vi proponiamo una sua intervista al giovanissimo nerazzurro Abdou Traoré. 

Abdou è all’Inter solo da un anno e addirittura è tesserato solo da maggio scorso, gioca sempre un anno sotto età, eppure in questi mesi si è già segnalato, mettendo insieme delle statistiche che lo hanno portato all’attenzione anche di chi non l’ha mai visto giocare dal vivo. Traoré ha fatto il suo esordio con l’Inter nell’importante  torneo di Gallipoli, a febbraio 2012. Torneo vinto dai nostri, nel quale Abdou è risultato capocannoniere con ben sette reti. Poi con i 2000 è arrivato in semifinale all’importantissimo torneo Arousa, dove è stato definito uno de “los tres fenomenos” del torneo stesso. Ha quindi vinto, risultando vice-capocannoniere (ma le squadre professionistiche hanno giocato solo semifinali e finali) il torneo “Amici dei bambini” a Milano. In questa stagione, sempre giocando sotto età, con i ’99, ma senza disputare tutte le partite per intero, ha già segnato 15 gol in 15 partite. Per capirci, il secondo marcatore è Pata,  un ’99 dell’Atalanta, con 9 reti...Insomma, senza volere precorrere i tempi, tutto lascia pensare che Abdou possa regalarci molte soddisfazioni e magari qualche sogno futuribile.

Proviamo quindi a conoscerlo un po’ meglio.

Ciao Abdou! Racconta un po’ la tua storia personale agli amici del blog Interista Sempre.

Sono nato ad Attécoubé, un quartiere di Abidjan. Mio padre allenava una squadra locale e per questo motivo ho cominciato a frequentare i campi di calcio  sin da piccolo, quando avevo cinque anni. A 9 anni sono entrato a far parte dell’Asec Mimosas” (NB: si tratta del più importante centro di formazione per calciatori della Costa d’Avorio, considerato un autentico gioiello, con un college dove i ragazzi studiano e si allenano due volte al giorno. Da lì sono usciti quasi tutti i più importanti giocatori ivoriani), poi mio padre è venuto a lavorare in Italia”.

Quando lo hai raggiunto?

Dopo qualche mese, avevo 11 anni”.

Hai trovato difficoltà per l’ambientamento in una realtà così diversa da quella che avevi lasciato?

No, per quanto riguarda abitudini di vita e rapporti umani, nessuna difficoltà”.

Come è avvenuto il tuo ingresso nel mondo del calcio italiano?

In modo casuale. Frequentavo le scuole medie e con i compagni e gli amici del quartiere giocavo a calcio per divertimento, nel tempo libero. Un signore mi ha notato e mi ha convinto a frequentare una società di dilettanti, il Fiorente Grassobio”.

Ti hanno tesserato?

“No, mi allenavo con i ragazzi più grandi e giocavo amichevoli, come trequartista o come punta,  ma non ero ancora tesserato. Tra l’altro, il Fiorente Grassobio credo abbia dei legami con l’Atalanta…”

Invece…

Invece, un dirigente, il signor Marco Fumoso, mi ha indirizzato all’Inter che dopo qualche provino mi ha aggregato alle sue giovanili”

A quando risale il tesseramento per la società nerazzurra?

“Sono stato  tesserato a gennaio 2012, ma ho partecipato solo a amichevoli e tornei fino a maggio, quando finalmente è arrivato il transfer dal mio Paese e ho potuto esordire in campionato, sempre giocando con i ’99”.

Quando eri ancora in Costa d’Avorio, seguivi già il calcio italiano? E in caso positivo avevi qualche preferenza?

Sí, seguivo il calcio italiano e, sembrerà strano, ma avevo una simpatia particolare proprio per l’Inter”.

Che tipo di giocatore pensi di essere, al momento?

Sono un giocatore istintivo, la mia forza per ora sta soprattutto nella progressione e nel tiro. La mia formazione di base è stata piuttosto lacunosa, se si esclude il biennio all’ASEC. Per questo ho ancora molto da imparare, nel modo di stare in campo e partecipare alla manovra collettiva”.

Quali sono le tue principali caratteristiche?

Come dicevo, credo di essere abbastanza forte nella progressione e nel tiro. Utilizzo di preferenza il piede sinistro, ma mi sforzo di esercitarmi col destro” (ndr: in realtà l’ho seguito abbastanza attentamente, a me pare che usi quasi solo il destro. Forse, si confonde con l’italiano e glielo ho anche detto, ma il ragazzo insiste…)

Fin dall’esordio a Gallipoli ho notato che hai segnato gol fantastici, alternandoli a errori clamorosi. In questo sei migliorato, ma ti resta molto da fare…

Te l’ho detto, sono molto istintivo e non sempre faccio la giocata giusta. Inoltre tendo a essere troppo individualista. Anche se sto migliorando grazie soprattutto ai fondamentali insegnamenti dei mister, Bellinzaghi prima e Sala ora”.

Con i compagni e con la società come ti sei trovato?

Sono stato accolto come meglio non potevo. Tra l’altro ho avuto la fortuna di trovare, nelle varie squadre  giovanili, numerosi giocatori originari della Costa d’Avorio, che mi hanno aiutato”. (Ndr: cito a memoria l’omonimo Traorè, Yao, Jimmy, Zebli e soprattutto Goury, l’esterno offensivo dei Giovanissimi Nazionali, che ha vinto i campionati italiani studenteschi a Roma, correndo gli 80 m. in 9.53).

Da un punto di vista giuridico potresti un domani far parte delle nostre rappresentative giovanili?

Questo non lo so. Tuttavia, devo dire che i selezionatori delle nazionali minori ivoriane si tengono sempre in contatto con me”.

Quale ruolo trovi più congeniale alle tue caratteristiche, anche in prospettiva?

Mi sento soprattutto punta centrale, anche se forse da esterno troverei  più spazio per dispiegare la mia  progressione”.

Hai già avuto occasione di incontrare nei tornei e in campionato varie squadre importanti: quali ti hanno impressionato maggiormente?

La juve è una  squadra importante, ha centrocampisti che amano scambiarsi la palla, mentre noi siamo più aggressivi, cerchiamo subito la verticalizzazione.Il Barcellona è molto forte, sono tutti ottimi palleggiatori e in mezzo al campo hanno un giocatore, Bousquets, di straordinaria maturità e fisicità.Anche il Milan che abbiamo incontrato in campionato, è un gruppo di buonissimo livello. Forse rispetto a noi  la loro difesa non è così sicura.Infine, l’Atalanta mi è sembrata la squadra migliore: sono forti in tutti i reparti, hanno equilibrio e sanno metterti in difficoltà.

Quale è stato l’avversario diretto che ti ha creato più difficoltà, quando lo ha incontrato?

Valietti”.

No, io parlo di avversari…

Appunto. Il difensore che mi ha creato maggiori difficoltà è stato proprio Valietti, nelle partite infrasettimanali”.

Al torneo Ielasi hanno giocato con voi tre “prestiti”: il portiere Dani, il centrocampista Maranzino e l’attaccante Pinamonti. Ce li puoi descrivere, anche in modo sommario?

Sono tutti giocatori di qualità. Dani dá sicurezza al reparto arretrato, anche se non vanno trascurate le qualità dei nostri compagni abituali. Maranzino è un centrocampista di valore, con un buon fisico e tanta tecnica. A metà campo è normale che ci voglia più tempo per assimilare schemi e sistemi di gioco. Pinamonti è un attaccante forte, che non si discute. Con lui mi sono trovato benissimo”.

Qual è il giocatore dell’Inter che ti piace di più, quello a cui in qualche modo ti ispiri?

Senza dubbio Palacio, un giocatore che svaria su tutto il fronte d’attacco e poi lo trovi sempre davanti alla porta al momento giusto”.

E il giocatore che consideri più forte al mondo, in assoluto?

Radamel Falcao, meno rapido e tecnico di Messi, ma davvero straripante e decisivo”.

Quale obiettivo di prefiggi di raggiungere, in carriera?

Sono troppo giovane per fissare degli obiettivi estremamente ambiziosi, diciamo che per il momento spero di proseguire fino alla Primavera e poi magari giocare in serie A”.

Un momento molto delicato in questo senso è quello della scelta del procuratore. Bisogna fare molta attenzione perché è un mondo nel quale si trovano persone di grande serietà e affaristi senza scrupoli. Tu hai già qualche orientamento?

No. Sono stato avvicinato da alcuni, in particolare da Dario Paolillo (nde: questo nome, Dario Paolillo, mi sembra di averlo già sentito e letto varie volte in relazione a giovanissimi nerazzurri. Un lavoro curioso pare davvero essere quello svolto dal signor Dario Paolillo. Niente Africa, Sudamerica, Europa, Italia. No, lui  sembra “lavorare” solo a Milano, a Interello per la precisione… magari in fondo alle tribune, defilato, molto defilato...), ma, d’accordo con la mia famiglia, abbiamo deciso di non farne nulla per il momento. Quando sarò attorno ai sedici anni valuteremo con calma la situazione e faremo la scelta migliore”.

Per concludere, due domande di tipo personale.

Che scuola frequenti, trovi difficoltà a reggere il doppio impegno, agonismo sportivo e applicazione nello studio?

Frequento le scuole medie con risultati soddisfacenti. Per il momento l’attività calcistica non mi intralcia in modo significativo. Bisognerà vedere quando sarò alle superiori, anche se non ho ancora un orientamento definito”.

Nella tua ancor breve carriera di calciatore hai mai dovuto subire episodi di razzismo, sul campo, ad opera di avversari, o dalle tribune?

No, fortunatamente ho sempre trovato persone corrette, in questo senso e spero proprio che situazioni di questo tipo non debbano mai verificarsi”.