Dal 1° gennaio 2024, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 209/2023, i criteri per stabilire la residenza fiscale in Italia sono quattro: iscrizione anagrafica, residenza fiscale come dimora abituale, domicilio legato agli interessi personali e familiari, e presenza fisica sul territorio italiano per oltre 183 giorni.
Questi criteri, alternativi tra loro, richiedono che uno di essi sia soddisfatto per la maggior parte dell’anno fiscale. Per i calciatori trasferiti durante questa finestra, l’attenzione si concentra su residenza fiscale, domicilio e presenza fisica, escludendo l’iscrizione anagrafica che non è più obbligatoria.
Il calciatore potrebbe essere considerato residente fiscale se stabilisse la dimora abituale in Italia prima del 1° luglio, se trasferisse il proprio nucleo familiare nel Paese, o se soddisfacesse il requisito della presenza fisica per la maggior parte dell’anno, anche se quest’ultimo caso appare meno probabile.
In caso di residenza fiscale, il giocatore sarà tenuto a dichiarare tutti i redditi percepiti dal 2025, compresi quelli provenienti dal club estero di origine, salvo disposizioni particolari delle convenzioni contro la doppia imposizione o norme sul credito d’imposta per le tasse pagate all’estero. Ogni situazione dovrà essere analizzata attentamente per valutare le eventuali conseguenze fiscali.
(Fonte: Calcio & Finanza)
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