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Andrew Gravillon, difensore francese classe '98 di proprietà dell'Inter, sta disputando una stagione molto positiva con la maglia del Lorient, in Ligue 1. Intervistato da FootMercato, l'ex centrale della Primavera nerazzurra ha parlato dei suoi obiettivi per il presente e per il futuro: "Per essere la mia prima stagione in Ligue 1, sarebbe una bugia dire che non sono soddisfatto. A 23 anni sono arrivato in un campionato nuovo per me, uno dei primi cinque in Europa, ho giocato 23 partite, in un contesto difficile. Sono completamente soddisfatto. Ovviamente possiamo sempre fare di più, ma ho già fatto un grande lavoro, sono soddisfatto. L'obiettivo è andare avanti e puntare il più in alto possibile".
Venire a Lorient la scorsa estate è stata quindi la scelta giusta.
"Sono molto felice di essere venuto a Lorient in prestito. Per prima cosa mi ha fatto scoprire un nuovo campionato. Allo stesso tempo, sei a casa, in Francia, non lontano da casa, parli la tua lingua. Inoltre, è un club che ti accoglie come una grande famiglia. Ci incontriamo la mattina per la colazione. Passiamo mezza giornata insieme, questo è importante".
Sei arrivato al Lorient in prestito con opzione di riscatto dall'Inter. Quali sono i tuoi piani per la prossima stagione?
"Non penserò alla prossima stagione finché non sarà finita questa. Penso sempre passo dopo passo, partita dopo partita. Cerco sempre di fare meglio, di migliorare me stesso. Credo che pensare al mio futuro così presto non va bene, può influenzare la tua stagione. Preferisco andare step by step. Finita la stagione vedremo con i miei agenti se restare a Lorient, tornare all'Inter, andare altrove. Non sappiamo. Vedremo. Aspetteremo la fine della stagione per vedere come andranno le cose".
Sei in contatto costante con l'Inter?
"Non li sento regolarmente al telefono. Sappiamo tutti che il direttore sportivo segue i giocatori in prestito. Non mi preoccupo. Non lasci uno dei tuoi giocatori così in libertà, non mi preoccupo".
Qual è il tuo rapporto con l'Inter?
"L'Inter è un club che considero la mia seconda famiglia. Sono venuti a cercarmi a 16 anni, non avevo un futuro nel mondo professionistico, giocavo nel quartiere di Garges-lès-Gonesse. L'Inter è venuta a prendermi, mi ha fatto crescere fisicamente, tecnicamente, mentalmente. Con i suoi educatori mi ha "insegnato la vita", a me che ero uno straniero arrivato in Italia e che non conosceva niente e nessuno. Ho dovuto imparare a vivere da solo, senza mamma, papà. È stata dura, ma il club era lì per aiutarmi dall'inizio alla fine. È come una seconda famiglia per me".
Com'è andato l'esordio con i nerazzurri?
"Ho fatto il mio primo anno in Under 17, poi sono passato alla Primavera. Ho avuto la possibilità di andare a un torneo a Doha, in Qatar, con la prima squadra, nel dicembre 2015. Abbiamo giocato contro il PSG. Ho avuto questa possibilità. La stagione successiva, nel 2016/17, ho iniziato ad allenarmi maggiormente con i professionisti. Negli ultimi tre mesi mi sono allenato molto con loro e sono stato due volte in panchina in campionato".
Che ricordi conservi di questa esperienza in un club così leggendario?
"Era come un sogno che si avvera! Sono partito dal nulla e, in due anni, sono passato alla Primavera, ho segnato 7 gol e, contemporaneamente, mi sono allenato con la prima squadra. Rimarrà sempre impresso nella mia testa, è stato molto importante. Ho parlato spesso con Ivan Perisic, che parla francese. João Miranda e Jeison Murillo mi hanno dato molti consigli dal punto di vista difensivo. Anche Axel Bakayoko, un altro giovane francese, mi ha aiutato molto a integrarmi, consigliandomi cose da fare e luoghi da visitare. Non sarebbe stato lo stesso senza di lui".
In nessun momento hai sentito di poterti imporre all'Inter?
"L'Inter sarà sempre difficile. Anche per un grande giocatore. Possiamo vederlo con Christian Eriksen: ci aspettavamo di vederlo direttamente titolare, ma non è stato così. È sempre difficile imporsi lì. Sono un giocatore dell'Inter, ma preferisco fare le mie stagioni da solo e crescere. E se un giorno l'Inter penserà di voler tenere Gravillon, vuol dire che ce l'ho fatta. Io cerco di giocare, imparare, crescere. Dopo, un giorno, chissà. Ora ciò che conta è giocare, mostrare chi sono e farmi un nome".
Ti vedi ancora a Lorient la prossima stagione in caso di retrocessione?
"Ho sempre cercato di arrivare più in alto possibile. Il Lorient è un club a cui tengo molto. Stiamo facendo un viaggio incredibile, stiamo facendo qualcosa di eccezionale. Ti ricordo che a gennaio avevamo 15 punti. Nessuno avrebbe immaginato un simile girone di ritorno. Quindi, per guardare oltre... Questa è una situazione che studieremo a fine stagione, con tutti".
Hai già avuto contatti con altri club per la prossima finestra di mercato?
"Lascio parlare la gente. Cerco di fare le mie partite, faremo i conti a fine stagione".
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