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"Inzaghi non si è mai fatto travolgere dalla pioggia battente. Ha preso appunti, anche relativamente ai suoi errori, e ha tirato dritto. La scorsa estate aveva chiesto ai suoi dirigenti due cose: la permanenza di Onana e quella di Lukaku. Non le ha avute, non ha fatto polemica, si è messo al lavoro e ha trasformato Thuram in oro puro. Spesso si dimentica quanto l’Inter abbia cambiato faccia, la scorsa estate. Quanto la squadra di Istanbul in realtà sia cambiata molto, in termini di spogliatoio. Inzaghi ha avuto il merito di saper gestire un passaggio di consegne non banale, all’interno di Appiano. Sono andati via riferimenti storici come Handanovic, Brozovic, D’Ambrosio, il testimone è passato a gente più giovane, come Lautaro, Bastoni e Barella. Non era automatico trovare subito la sintonia, non disperdere il percorso fatto fino alla finale di Champions. Il tecnico ci è riuscito. È ripartito da Istanbul. Dagli ultimi mesi della stagione, non dalle 12 sconfitte in campionato. Tanto che questa Inter ha subito dato l’impressione di poter volare, fin dalla prima giornata di Serie A".
"L’Inter è in evoluzione continua. Per capirsi: quella dell’ultimo terzo della scorsa stagione è differente a quella iniziale, perché a un certo punto Inzaghi condivise con la squadra l’idea di arretrare il baricentro proteggendo di più la fase difensiva. L’Inter 2023-24 è di nuovo tornata a essere più dominante. Con ritocchi qua e là: la posizione delle mezzali, a volte portate dallo stesso lato di campo; l’inserimento di Pavard, che replica a destra il lavoro di Bastoni a sinistra; la crescita di Thuram, che impara ogni settimana di più a fare la prima punta, togliendo anche un po’ di pressione allo stesso Lautaro", analizza Gazzetta.
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