Ci sono due costanti nella narrazione del tormentone estivo di mercato che vede Lautaro Martinez protagonista con le valigie già pronte, destinazione Barcellona. Le prime pagine dei quotidiani sportivi spagnoli, in un incalzante valzer di rilanci sul prezzo, formule che prevedono scambi o aggiunte di giocatori (nello stile di quelle antiche televendite, che si usavano una volta), calcoli millimetrici per raggiungere la clausola che Piero Ausilio ha stabilito come condizione necessaria. La condizione sulla quale l'Inter ha già fatto capire di non avere intenzione di discutere. Il rumore spagnolo quindi da una parte e poi, la seconda costante, il silenzio di Lautaro dall'altra. L'argentino non commenta, non rilascia dichiarazioni, si allena e si rifugia nella quotidianità con la sua fidanzata (anche lei bravissima a non dichiarare nulla). La coppia è l'antitesi di un'altra coppia argentina, a partire proprio dall'utilizzo dei social. Riservata, romantica, fissata con lo sport. Evviva.
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Lautaro, e se non fosse solo una dichiarazione d’amore? Analisi di un silenzio rumoroso
Impeccabile l'atteggiamento social dell'argentino
Si mormora con sempre maggiore insistenza che Lautaro e il Barça un accordo già ce l'abbiano. I catalani hanno problemi economici (anche i ricchi piangono), ma in pochi sono convinti che alla fine questo ostacolo non sarà, in un modo o nell'altro, superabile. Il post di Lautaro - lui che esulta con le braccia al cielo con la maglia dell'Inter - arriva nel momento giusto. Sabato l'Inter scenderà in campo in Coppa Italia contro il Napoli e da qui alla fine della stagione Conte dovrà poter contare su un Lautaro concentrato. Il post, come tutto ciò che si semina sui social, si presta a parecchie letture e le parti interessate alla vicenda hanno già fatto loro l'interpretazione più desiderata. Quella che ti mette il cuore in pace, insomma.
L'argentino è atteso in campo e tutti sperano che la sintonia con il compagno e amico Lukaku sia quella di sempre. Pronto a gonfiare la rete cinicamente a pochi minuti dall'inizio del match. Con lo sguardo cattivo tipico degli attaccanti che fanno la differenza. Quello è il Lautaro che ricordiamo prima dello stop della pandemia. Il Lautaro che ricorderemo d'ora in poi sarà tutto ciò che lui deciderà di essere. A partire dalle partite di questo strano calcio concentrato in due mesi, nel silenzio un po' ovattato degli stadi svuotati. Con i tifosi lontani, ma vicini. Nel Lautaro che scenderà in campo adesso cercheremo indizi, più o meno evidenti, sulla maglia che vorrà indossare. Non solo ora, ma anche poi. Soprattutto poi.
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