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Lukaku per Vlahovic
—Mettiamola così: se lo scorrere del tempo avvicina le parti, e se la corda s’allenta dopo ogni tiraggio anziché spezzarsi, possiamo affermare che Lukaku e la Juventus non sono mai stati così vicini come lo sono oggi. Secondo i rumors, a 35 milioni più il cartellino di Big Rom l’affare che porterebbe Vlahovic a Londra può andare in porto per la felicità di tutti. Compreso Lukaku, s’intende, che in questi giorni si è isolato in un silenzio enigmatico in attesa della fumata bianca mentre si allena in solitaria, lontano persino dagli esuberi del Chelsea.
Romelu sarebbe il profilo ideale per Allegri, come abbiamo spiegato nei giorni scorsi, perché la sua fisicità e quegli strappi che l’hanno reso incontenibile (in particolare sotto la guida di Conte) garantirebbero a Max l’ariete di cui ha bisogno per sfondare il tabù scudetto. Palle alte, palla a terra, contropiedi, gioco in velocità, spalle o fronte alla porta: il classe ’93 garantisce alternative e solidità.
I costi dell'operazione
—E Vlahovic? Il serbo, pagato 80 milioni dalla Fiorentina e nell’ottica della vecchia dirigenza considerato un profilo vendibile ad almeno 140 milioni nel giro di due anni (i 10 gol in A nel 2022-23 non hanno aiutato...), ha capito di non essere più centrale nel progetto bianconero. Anche perché il suo stipendio crescerà da 7 a 12 milioni, come da scatti automatici previsti da contratto, e questo è un problema per le casse del club piemontese.
L’operazione Lukaku, invece, conviene eccome. Alla Continassa hanno fatto bene i conti: il decreto crescita garantisce sgravi fiscali sugli emolumenti per chi arriva dall’estero (dal 45% di tassazione sul reddito al 25%) e impegna a restare in Italia per almeno due anni; la fiscalizzazione di vantaggio per Lukaku, tra l’altro, può andare anche oltre il 2024 vista la presenza di un figlio a carico e la proprietà di un immobile residenziale nel Paese. L’ex Inter ha 7 anni in più del classe 2000, ma costerebbe quasi 35 milioni di euro in meno rispetto a Dusan nei prossimi tre anni considerando tutte le variabili in gioco. Un gruzzoletto consistente, impossibile da ignorare, che sposta gli equilibri. È quello che pure a Big Rom, del resto, riesce meglio di chiunque altro”, si legge.
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