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Inter della seconda stella da Oscar, Marotta alza ancora il tiro: la nuova sfida con Oaktree

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La nuova sfida di Beppe Marotta e dell'Inter ora che al timone del club c'è Oaktree e non più Steven Zhang: ne parla La Gazzetta dello Sport
Alessandro Cosattini Redattore 

La nuova sfida di Beppe Marotta e dell'Inter ora che al timone del club c'è Oaktree e non più Steven Zhang. La Gazzetta dello Sport oggi ripercorre la giornata di ieri dedicata al film nerazzurro sulla seconda stella, ma si proietta anche al futuro e agli obiettivi del club in seguito alle parole di Marotta e Inzaghi su tutti. Ecco quanto evidenziato dalla rosea:

Marotta alza l'asticella

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"Miglior film, migliori attori protagonisti, «in campo e fuori», miglior regista. Sì, per Beppe Marotta l’Inter del ventesimo scudetto è stata da Oscar, come ha detto ieri il presidente nerazzurro alla Gazzetta al cinema Anteo di Milano, dove il film “Inter. Due stelle sul cuore” è stato proiettato in anteprima. Marotta però sa anche che i sequel di successo, nel cinema come nello sport, sono persino più difficili da realizzare dell’opera prima. E allora quella frase pronunciata ieri sul palco della sala, che si allunga come un ponte tra passato, presente e futuro, ha tutta l’aria di risuonare come voce fuori campo nel trailer del prossimo capitolo. «Vincere è qualcosa di straordinario, ma non accade per caso», dice Marotta. E per ripetersi lui e la sua Inter non hanno lasciato nulla al caso nemmeno stavolta: gli eroi dello scudetto sono rimasti tutti al loro posto, al gruppo si sono aggiunti rinforzi di altissimo livello come Taremi e Zielinski, mentre il rinnovamento è passato dagli investimenti alla Josep Martinez e alla Palacios. L’Inter ha toccato la stella e vuole restare lassù.


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Ricordi ed emozioni

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«Nel calcio non è giusto vivere di ricordi, ma non è nemmeno corretto dimenticare», ha detto Simone Inzaghi, che si è goduto la premiere del film insieme a giocatori e staff: «La stella ci unirà per sempre». Il pomeriggio al cinema è stato il modo migliore per staccare giusto qualche ora dai pensieri sulla tripletta di partite che lo aspettano da questa domenica alla prossima, ma anche la ricarica perfetta per ripartire. Se siamo stati capaci di fare tutto questo, possiamo farlo ancora. Domenica a Monza, poi City e derby. Ecco, il derby, in questa storia di successo, fa da filo conduttore: è nell’ultimo faccia a faccia con il Milan, il 22 aprile scorso, che l’Inter ha vinto scudetto e seconda stella, ed è proprio quella la partita che Marotta legge come scena madre del film, definito «una cassaforte di emozioni»: «Non dimenticherò mai quella serata, come non dimenticherò la marea di tifosi che il 28 aprile hanno invaso la città, con quella festa incredibile in Piazza Duomo. Giornate così ti dicono che il calcio è qualcosa che va oltre. Abbatte ogni barriera culturale, etnica, economica». Nella hit delle partite indimenticabili c’è anche l’1-0 alla Juve a San Siro: «Dal punto di vista sportivo sicuramente è tra le più emozionanti». Spazio e tempo si toccano di nuovo: classifica — e prestazioni — alla mano, Inter-Juve sarà la sfida scudetto.

Ora c'è Oaktree

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La nuova sfida di Marotta, invece, è confermarsi anche ora che è al timone del club: Oaktree, la nuova proprietà, lo ha scelto come presidente del nuovo corso. Sarebbe storia anche questa: l’ultimo a vincere uno scudetto alla prima stagione di presidenza dell’Inter è stato Giorgio Hulss 104 anni fa. Se Marotta dovesse festeggiare in primavera diventerebbe il terzo di sempre a riuscirci nella storia del club, battendo sul tempo i Moratti e tutti gli altri presidenti scudettati dell’era moderna. Ieri ne ha citati 5: «Fraizzoli, Pellegrini, Facchetti, Moratti e da ultimo Zhang». Scelta tutt’altro che casuale: sono i presidenti che hanno portato l’Inter in alto dal 1971, anno dell’undicesimo scudetto, fino alla seconda stella del 2024. «Da allora a oggi sono stati 7 gli allenatori scudettati: Invernizzi, Bersellini, Trapattoni, Mancini, Mourinho, Conte e Inzaghi. Li ringrazio, e ringrazio anche a tutti i giocatori, che sono stati 176, di cui 10 ci hanno purtroppo lasciato, che hanno contribuito ad arricchire la nostra bacheca con lo scudetto. Grandi campioni del passato di cui fa parte anche il nostro vicepresidente Javier Zanetti. Oggi tocca a noi raccogliere il testimone e portare nel futuro la gloriosa storia del club». C’è materiale per altri colossal, garantisce Marotta", si legge.

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