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Terzo più pagato in A
—La conseguenza è stata un accordo immediato, a cifre comunque altissime: più di lui in A si arrampicano soltanto Osimhen (10 milioni di stipendio) e Vlahovic (12). Il Toro e il Biscione sono, dunque, ancora più vicini: «Cari nerazzurri i nostri cuori continueranno a battere insieme», ha scritto sui social lo stesso attaccante. «Sempre al tuo fianco ed è ancora più bello se continua ad essere a casa nostra...», ha aggiunto subito la moglie Agustina. Nelle foto i loro piccoli, Nina e Theo, strabuzzavano gli occhi immersi tra i trofei interisti: sono cresciuti parecchio da quando il loro papà se la spassa a San Siro.
Altri trofei
—Nelle prime parole da “rinnovato” Lautaro ha prima dato una carezza alla California dopo le tante del passato alla Cina: «Sono molto orgoglioso e grato ai dirigenti e alla nuova proprietà perché, dopo sei stagioni, continuare qui vuol dire molto per me e la mia famiglia». E poi ha toccato alcuni punti chiave su cui costruire il futuro, a partire dal suo rendimento in campo che è una retta che tende costantemente verso l’alto: « Ho tanta voglia di continuare a lottare per traguardi importanti. Spero di crescere ancora e superarmi, com’è accaduto ogni singolo anno da quando sono a Milano. Lavoro ogni giorno per questo, per essere sempre più un giocatore, un compagno e un capitano. Non mi aspettavo di essere tra i migliori marcatori della storia dell’Inter, ora voglio regalare altri trofei al club: lo scudetto della stella deve essere una spinta per continuare a lottare per emozioni del genere e arricchire la bacheca».
Dall'arrivo a oggi
—Quando arrivò a bottega nel 2018 e sgomitava all’ombra di Icardi, Lautaro era tutt’altro uomo e tutt’altro centravanti: impaziente, scostante, diverso dal soldato in missione che ha appena toccato la seconda stella. In fondo, per lui è stato solo un cursus honorum necessario per arrivare a una leadership chiara. Tra l’altro, il Toro la esercita in maniera assai diversa dal connazionale Mauro: è severo, ma mai egoista. Ieri lo stesso Martinez lo ha ribadito a suo modo: «Se tornassi indietro, direi al me stesso più giovane di fare esattamente le stesse cose — ha aggiunto –: lasciare il 100% in campo ogni volta, dare una mano ai compagni dentro e fuori dal campo, avere sempre una parola positiva, essere d’esempio. Diventare padre ha fatto scattare un clic nella mia testa e nella mia vita». Per dare l’idea è servita una metafora in aggiunta: «Le quattro gambe del tavolo devono essere ben salde e io ho questa fortuna», ha continuato il capitano. Il nuovo contrattone fa poi il resto: fissa questo tavolo a Milano ancora di più, per un altro lustro almeno", si legge.
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