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Dall'arrivo a oggi
—Quando arrivò a bottega nel 2018 e sgomitava all’ombra di Icardi, Lautaro era tutt’altro uomo e tutt’altro centravanti: impaziente, scostante, diverso dal soldato in missione che ha appena toccato la seconda stella. In fondo, per lui è stato solo un cursus honorum necessario per arrivare a una leadership chiara. Tra l’altro, il Toro la esercita in maniera assai diversa dal connazionale Mauro: è severo, ma mai egoista. Ieri lo stesso Martinez lo ha ribadito a suo modo: «Se tornassi indietro, direi al me stesso più giovane di fare esattamente le stesse cose — ha aggiunto –: lasciare il 100% in campo ogni volta, dare una mano ai compagni dentro e fuori dal campo, avere sempre una parola positiva, essere d’esempio. Diventare padre ha fatto scattare un clic nella mia testa e nella mia vita». Per dare l’idea è servita una metafora in aggiunta: «Le quattro gambe del tavolo devono essere ben salde e io ho questa fortuna», ha continuato il capitano. Il nuovo contrattone fa poi il resto: fissa questo tavolo a Milano ancora di più, per un altro lustro almeno", si legge.
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