Samuel Eto'o si è raccontato ad Inter Channel, in chat, rispondendo alle domande e alle curiosità dei tifosi. Ecco l'intervista integrale pubblicata dal sito ufficiale nerazzurro inter.it:
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A tutto Eto’o: “Milito? Lo aspettavamo. Messi? L’ho consigliato a Moratti. La mia esultanza con Materazzi? Un segreto…”. E su Benitez…
Samuel Eto’o si è raccontato ad Inter Channel, in chat, rispondendo alle domande e alle curiosità dei tifosi. Ecco l’intervista integrale pubblicata dal sito ufficiale nerazzurro inter.it: Eto’o: non era forse mai successo al...
Eto'o: non era forse mai successo al Meazza che tutto il pubblico, in piedi durante un'altra azione, acclamasse un giocatore che, in quel momento, non aveva segnato un gol. Complimenti davvero.
"Devo dire grazie a Diego, perchè se lui non avesse segnato l'azione non sarebbe stata così importante. Per noi era importante che lui potesse tornare al gol dopo tre-quattro gare dove aveva avuto occasioni e non riusciva a segnare. Era importante che Diego ritrovasse la confidenza con il gol perchè la stagione è solo all'inizio e tutti devono dare il proprio contributo. Nello specifico, era importante che Diego sentisse vicino i propri compagni".
Hai già rivisto la partita di ieri?
"No, ho visto solo le azioni principali e non tutta la gara".
Tu hai idea di quanto sei importante per tutta la gente del Camerun?
"Non voglio essere importante, voglio essere d'aiuto. Anche se capisco che solo il fatto di essere importante è il primo aiuto. In Camerun è tutto più difficile, non è come in Italia o in altri paesi. Ci sono bravissimi campioni che non hanno questa identità, la cosa fondamentale è saper usare bene il principio dell'essere importante per il proprio paese'.
Tu che sei molto amico di Messi, perchè non lo convinci a venire a giocare all'Inter, scrive Samu da Reggio Emilia?
"È bravo come calciatore e ancora più bravo come persona, lo stimo tantissimo come stimo Iniesta, Xavi e Valdes. Prima della partita dell'anno scorso a Barcellona ho detto al presidente Moratti che, se vuole dei giocatori da portare all'Inter, campioni come loro possono diventare simboli di una società come ragazzi e come calciatori".
Agusta dalla provincia di Aosta chiede che tipo di rapporto hai con Milito? Che cosa gli hai detto in questi giorni prima del suo ritorno al gol?
"A Palermo, tra il primo e il secondo tempo, gli ho detto di stare tranquillo perchè a tutti i giocatori capitano questi momenti. Ma lui doveva solo restare concentrato perchè la cosa più difficile è procurarsi le occasioni per segnare, quando le hai prima o poi la palla va dentro. E ieri è successo".
Tommaso da Roma ti consiglia di parlare solo ai microfoni di Inter Channel...
"È la mia casa".
Stefano vuole sapere come ci si sente dopo tre Champions League vinte e dopo una stagione come quella passata. Senti maggiori responsabilità?
"Ho sempre avuto tante responsabilità, qualche volta di più e qualche volta di meno, ma ne ho sempre avute tante in ogni squadra e società. Come giocatore dell'Inter rappresento il club dentro e fuori dal campo, questa è una grande responsabilità. Le vittorie non aumentano le responsabilità".
Come mai quando sei in campo tutti noi tifosi siamo più tranquilli, chiedono Angelo e Vito dalla Puglia?
"Credo che la cosa più importante sia il sacrificio che puoi fare per un compagno, vale più che segnare un gol. Io sono fatto così anche nella vita di tutti i giorni".
Michele da Pistoia ti ringrazia per i sacrifici dello scorso anno che hanno aiutato la squadra a vincere tutto. Però vicino alla porta sei inarrestabile e la squadra gioca meglio. Hai sofferto la passata stagione a giocare più arretrato?
"Ho parlato con Mourinho prima di andare in Coppa d'Africa e lui mi ha spiegato la sua idea. Voleva un giocatore per il lato destro del campo per aiutare Maicon e controllare il gioco su quella fascia. È stato bravo José a convincermi e, pensando che la squadra potesse vincere tutto, ho accettato l'idea. Sono contento perchè abbiamo vinto tutto. La cosa più importante era vincere e poter sorridere tutti noi compagni a fine gara. Ma José mi ha convinto perchè lui è un caso a parte (ndr.: sorride). Ho parlato con Benitez a inizio stagione quando ero a New York con il mio bambino e lui mi ha spiegato che voleva giocare in questo modo. Non ho detto di no, ma gli ho detto che mi sarebbe piaciuto far esultare un po' di più tifosi e compagni. Lui mi ha risposto che avrebbe cercato una soluzione per questo mio desiderio e io oggi sono contento. Gioco sulla sinistra, con meno lavoro dietro e questo mi permette di muovermi di più maggiormente nel reparto offensivo".
A Stefano dal Veneto è piaciuto tantissimo il libro 'La sua Africa, storia di Samuel Eto'o'...
"Ho vissuto in Africa, la conosco, la vivo e la sento meglio di altre persone. Con questo libro ho voluto consegnare al grande pubblico il mio punto di vista".
A che età hai lasciato l'Africa per venire in Europa?
"A 14 anni. È stato difficile, ma desideravo giocare a calcio e sapevo di dover fare qualche sacrificio compreso lo stare lontano dalla mia famiglia. Ma ho sempre avuto la fortuna di poter tornare".
Ci dici il significato dell'esultanza di ieri sera con Marco Materazzi?
"No, è un segreto".
Segni tantissimi gol ed esulti anche in una maniera fantastica, come fai a essere sempre così unico?
"Quando sei in campo per un attaccante è fondamentale avere fiducia e lucidità, ti permette di fare gol in ogni momento. In campo guardo sempre dove sono portiere e attaccante, perchè può sempre capitare la palla con la quale posso decidere la gara. Serve grande concentrazione".
Rosi chiede se è vero che il Maiorca è la tua squadra del cuore e che ci tornerai a fine carriera?
"Sì, magari a giocare gli ultimi anni dopo l'Inter. Ma qui all'Inter sto bene. La prima cosa che guardo degli altri campionati sono i risultati del Maiorca".
Che musica ascolti prima delle partite?
"Una musica africana, un cantante che parla solo di amore e donne. È bravissimo e la sua musica è bellissima, vi porterò un cd che potrete far ascoltare su Inter Channel. Mi piace tanto e mi porta tanta concentrazione che mi serve prima delle partite".
Luisa da Milano chiede quanti fratelli hai?
"Sei, tre ragazzi e tre ragazze".
È l'inizio della tua migliore stagione?
"Al momento sono contento, ma spero di fare sempre meglio".
Sarà difficile la gara contro la Roma?
"È bello giocare all'Olimpico con lo stadio gremito che canta per la propria squadra. Mi piace giocare in queste condizioni".
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