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Leader nello spogliatoio e punto fermo in campo: così Acerbi si è preso l’Inter

Inter Acerbi
In poco tempo il difensore nerazzurro ha acquisito lo status di leader nello spogliatoio dell'Inter

In poco tempo Francesco Acerbi ha acquisito lo status di leader nello spogliatoio dell'Inter. Arrivato in sordina dalla Lazio, il difensore ha tolto il posto da titolare a de Vrij diventando insostituibile, tanto che Inzaghi non lo toglie mai dal campo nonostante non sia più giovanissimo. "Dopo il pareggio contro il Genoa, Acerbi ha passato la palla alla Juve: "Dicono che dobbiamo stravincere il campionato, ma la Juventus ha speso 200 milioni per Vlahovic, Chiesa e Bremer, mentre noi abbiamo preso parametri zero". Parole da chi sa di potersi esporre così. In soldoni: da leader vero", sottolinea la Gazzetta dello Sport.

Leader nello spogliatoio e punto fermo in campo: così Acerbi si è preso l’Inter- immagine 2

"Inzaghi era consapevole di quello che il classe ’88 potesse dare alla causa anche in termini di carattere. I tifosi non lo volevano, in virtù del suo passato al Milan e ingannati dal fermo immagine del presunto sorriso del calciatore dopo il gol di Tonali all’Olimpico, in un Lazio-Milan che si rivelò essere uno snodo decisivo per lo scudetto rossonero del 2021/22. Acerbi ha scacciato lo scetticismo immediatamente, a partire dalla trasferta di Plzen del 13 settembre 2022. È passato un anno e qualche mese dall’esordio in nerazzurro, eppure pare che l’uomo da Pizzolo Predabissi sia all’Inter da una vita".


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"Acerbi ha fermato tutti i fenomenali attaccanti affrontati in questo anno e mezzo scarso all’Inter. E Francesco è un elemento fondamentale per Inzaghi anche in costruzione. Ha l’intelligenza, in situazioni in cui i giocatori si trovano a essere "ruotati" rispetto allo schieramento naturale, di spostarsi sul centrosinistra, posizione in cui non si sente a disagio. Le parole indirizzate alla Juventus sono la prova che Acerbi, per i nerazzurri, è ben più di un grande difensore. Non parla spesso, ma quando lo fa non è banale. Come i veri leader, appunto". 

(Gazzetta dello Sport)

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