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I più romantici non vogliono crederci, i più concreti pensano sia il nuovo che avanza. Chi guarda ai conti sa che a Inter e Milan serve uno stadio di proprietà perché migliorino sensibilmente. E così sarà: Inter e Milan hanno deciso, vogliono un impianto nuovo e quindi il Meazza di San Siro verrà abbandonato. Anzi verrà demolito, ci sarà solo un momento in cui la struttura attuale e quella nuova conviveranno ma poi la Scala del Calcio sarà demolita.
Anche l'Inter, come il Milan, pensa ad un nuovo impianto e la conferma è arrivata ieri dalle parole del sindaco di Milano: è una strada ancora lunga, ma tra 4-5 anni Inter e Milan potrebbero avere una nuova casa. In questo momento a Palazzo Marino sono in attesa dei progetti; i due club stanno ultimando gli ultimi passaggi tecnici e poi si passerà agli "studi di fattibilità, elaborazione dei progetti, primi passi burocratici". Entro fine aprile arriveranno i documenti al Comune ed è atteso quindi l'annuncio per un progetto condiviso.
COME SARA' - Il nuovo stadio sorgerà in pratica davanti al Meazza, nell'attuale area degli stadi, conterrà almeno 60mila persone e potrebbe essere, dicono su La Gazzetta dello Sport, parzialmente interrato per ridurre l'impatto acustico sul quartiere di San Siro. Saranno investiti in tutto 600 mln e serviranno almeno due anni e mezzo perché sorga e servirebbe molto di più a livello di tempo per rimodernizzare San Siro. I due club sono soddisfatti di come le cose stanno procedendo e hanno fissato i tempi per la presentazione concreta del progetto entro la fine del prossimo mese.
LA BUROCRAZIA - A livello burocratico si tratta di un iter davvero lungo con il Comune comunque a capo di tutto e quindi dopo la presentazione del progetto ci saranno due fasi particolarmente delicate per Inter e Milan: l'approvazione della Giunta comunale e poi quella del Consiglio. E tutto ruota attorno al valore patrimoniale di San Siro, il valore che ha al catasto è di circa 60 mln, e quindi bisogna valutare tutti i rischi e per questo potrebbe essere chiesto un parere alla Corte dei Conti.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport, 27-3-2019)
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