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Ricky Alvarez, dalle pagine del Corriere dello Sport,parla del suo primo anno in maglia nerazzurra, del suo futuro e del possibilità di avere come compagno di squadra il prossimo anno il suo connazionale Lavezzi:
Alvarez, in questa sua prima stagione è passato da deludente a certezza. Come ci è riuscito?«Con il lavoro e con la fiducia. Non ho mai smesso di credere in me stesso».
Quali difficoltà ha avuto?«Tante. La mia prima stagione in Europa è stata difficile, ma non mi ha cambiato: io mi alleno duramente ogni giorno per migliorarmi e non mollo mai».
Lei arriva all’Inter. L’ambientamento è stato più difficile fuori o in campo?«Fuori, nella vita di tutti i giorni, tanta gente mi ha aiutato a inserirmi, mentre in campo, nonostante tutti iconsigli, dipendeva soprattutto da me e le difficoltà erano maggiori».
Che differenze ci sono tra il calcio italiano e quello argentino?«Il vostro è un calcio più tattico dove ci sono squadre che si chiudono bene e ripartono. In Argentina invece ci sono più spazio e tempo per pensare la giocata».
I critici dicono che Lei è lento e non verticalizza mai. Che dice in proposito?«E vero, devo imparare a essere più veloce, ma ci vuole un po di tempo e tanto lavoro in allenamento».
E’ un caso che nel momento più difficile della stagione per l’Inter, Alvarez era assente?«Sì, non datemi tutta questa importanza... L’Inter ha tanti giocatori di esperienza e qualità e le cose probabilmente sarebbero andate male anche se io non fossi stato infortunato».
In questa stagione , quando si ritrovava in tribuna ha mai pensato di lasciare l’Inter?«Sì l'ho pensato, ma è stato questo che mi ha fatto andare avanti, che mi ha dato la spinta per imparare e adattarmi a un calcio nuovo. E’ stato uno stimolo.
Ha pensato di andare via a Gennaio?«No. Dal momento in cui sono arrivato qua, il mio unico pensiero è stato quello di affermarmi con la maglia dellInter per restarci tanti anni. So bene che nel calcio non cè mai niente di certo, ma io ho chiaro in mente quello che voglio: rimanere a Milano a lungo».
Secondo Lei dopo questa prima stagione, andando indietro nel tempo, l’Inter la acquisterebbe ancora?(sorride) «Non lo so, dovete chiedere a loro. Dal momento che sono arrivato qua tutti mi hanno aiutato molto, hanno parlato con me e mi hanno dato fiducia. Sto bene allInter anche grazie a loro».
Si è visto il vero Alvarez quest’anno?«No, ma il prossimo anno lo vedrete. Questa è stata una stagione difficile che mi è servita ad abituarmi, la prossima partirò avvantaggiato».
Ma lei dove si trova meglio in campo?«A me piace giocare più avanti, ma essere in grado di ricoprire più ruoli è un vantaggio».
Il modulo più giusto per Lei è il 4-3-2-1?«In questo sistema di gioco ricevo più volte la palla e averla tra i piedi mi piace, ma ci sono tante partite in cui serve giocare più largo perché in mezzo non c'è spazio. Per me nessun problema».
Quando la paragonano a Kaka che pensa?«Mi riempiono di orgoglio perché Kakà è un giocatore incredibile. Io però penso a fare il mio lavoro, ad acquisire più velocità, a diventare più forte fisicamente per adattarmi al calcio italiano».
La partita più bella che ha giocato quest’anno?«Quelle in casa contro Lecce e Parma, anche se la vittoria più bella è stata quella del derby di domenica scorsa, con tutta la nostra gente pazza di gioia dopo una grande partita».
Quella giocata peggio?«La sconfitta per 3-0 in casa contro il Napoli».
Cosa le ha dato Stramaccioni in più degli altri?«Mi ha parlato e mi ha dato fiducia. Crede nel mio gioco e me lo ha trasmesso. E un bravo allenatore, uno a cui piace il calcio offensivo e tutti da questa sua prima esperienza hanno capito che ha un bel futuro».E alla squadra?«Ha capito che il gruppo veniva da un momento non semplice e ha lavorato anche sotto il profilo psicologico. E stato bravo a dare certezze ai singoli, a rassicurarli».
Il terzo posto è reale o è solo un sogno?«I numeri dicono di sì e dobbiamo crederci, senza però dimenticare che le nostre possibilità non sono molte visto che dovremo aspettare il risultato di altre 2 partite».
Battere la Lazio vorrebbe dire, almeno, vacanze più lunghe…«Un successo ci permetterebbe di arrivare magari al terzo o al quarto posto e di programmare meglio il lavoro della prossima annata. E poi finire bene questa stagione è importante».
Cosa pensa della Lazio?«E' una squadra che gioca bene e, anche se nell’ultimo periodo è un pò calata, rimane temibile perché è tra le più forti del campionato. Se giochiamo con l'intensità del derby però possiamo metterla in difficoltà».
La Juventus ha meritato lo scudetto?«Sì perché ha giocato grandi partite e non ha mai perso».
L’anno prossimo sarà sfida totale con la Juve?«Certo. Sogno di vincere qualcosa qua all'Inter. E l'obiettivo di tutti e anche il mio».
Secondo Lei è possibile un altro Triplette?«Perché no? Adesso però è importante concentrarsi sul finale di questa stagione e poi sul ritiro precampionato per formare un gruppo che può ottenere grandi risultati».
Magari insieme a Lavezzi…«Il Pocho lo conosco perché ho giocato in nazionale con lui. Come giocatore tutti sanno che è fortissimo e lo ha dimostrato al Napoli dove ha fatto la differenza. Io che sono stato con lui in nazionale posso assicurarvi che è anche una persona brava e simpatica, uno che alla squadra può servire sia in campo che fuori».
Se Lavezzi le chiede come si vive a Milano?«Benissimo. Io abito in centro e mi trovo bene anche perché uno tra i miei genitori o mio fratello Leonardo sono sempre con me. Un pò di nostalgia dell’Argentina ce l’ho perché lì ho vissuto tutta la vita, ma qua mi sono abituato bene. Milano è una città bella e la consiglierei a Lavezzi e a chiunque altro perché qui si sta bene».
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