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ESCLUSIVA Amadeus: “Barça? Che goduria. Giusto giochi Onana. Un po’ d’Inter a Sanremo? Magari!”

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FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva Amadeus, noto conduttore e grande tifoso dell'Inter: "A Barcellona partita epica"

Marco Macca

La voce è rilassata, profonda e sobria, propria del personaggio. Ma, anche attraverso il telefono, traspare un velo di sollievo, di consapevolezza. Quel leggero tono tronfio di chi vive ore orgogliose, di chi sa di aver trascorso una notte da ricordare, pur consapevole che manca ancora un ultimo, decisivo passo. Amadeus sospira ancora, quando gli chiediamo di Barcellona: "Ho goduto tantissimo". Basta la voce per immaginare un bel sorriso stampato in viso. Eh sì, perché il 3 del Camp Nou è da goduria pura, come un'epica vittoria a cui manca solo un tassello per diventare impresa. Il noto conduttore, grande tifoso dell'Inter, ci racconta le sue sensazioni dopo le gioie di Champions League.

Amadeus Inter

Buonasera Amadeus. Quello di Barcellona è stato, per l’Inter, un pareggio per alcuni versi epico. Quanto l’ha fatta godere?

Il massimo possibile. Non solo per il risultato, che poteva essere inaspettato per certi versi, visto che il Barcellona, anche se tanti dicono che non è più quello di una volta, è sempre il Barcellona. Giocavamo in un ambiente che mette tanta pressione e abbiamo fatto una partita epica, anche per il tipo di gioco espresso. Giocare lì è un'impresa: ce la siamo giocata bene, alla pari, abbiamo rischiato di vincerla e abbiamo dimostrato di essere tornati la squadra che l'anno scorso ha fatto vedere il calcio più bello.

Magari adesso a Barcellona cambieranno idea sull’Inter catenacciara…

Beh, ma loro ci provano ad agire dal punto di vista piscologico, hanno dei brutti ricordi contro l'Inter e quindi ci temono molto. Sono sempre stati così. Normale che provino a innervosirci e sperano che si possa giocare in maniera diversa per poterci dire di averci battuti. Devo dire che l'Inter ha fatto bene a fregarsene di quello che dicevano e a fare la propria partita. La goduria, dunque, è stata doppia.

Ci dica la verità, pensare alla partita contro il Viktoria Plzen le crea un po’ d’ansia…

Beh, l'Inter è imprevedibile e, quindi, laddove pensi di perderla magari la vinci e viceversa. Questa è la storia dell'Inter. Ma dobbiamo ringraziare il Barcellona, perché è arrivato nel momento giusto della nostra annata, che stava diventando disastrosa. A Udine, per esempio, la squadra mi aveva preoccupato tantissimo: non arrivava mai per prima sui palloni e aveva subito la forza fisica dell'Udinese per quasi tutta la partita. Dunque, il Barcellona è arrivato nel momento giusto, ha completamente cambiato la testa dei giocatori. La qualità, quella non è mai stata da mettere in discussione: sei mesi fa la squadra andava forte, non eravamo certo diventi brocchi. I giocatori restano campioni, è la testa a fare la differenza. Io non credo che l'Inter possa rischiare di fare un passo falso adesso, perché è davvero a un passo dalla qualificazione. Passare in Champions vorrebbe dire rimettere in piedi la stagione, cosa che darebbe benefici anche per il campionato.

Può essere la partita della svolta anche per tornare in lotta anche per lo scudetto?

No, io sono sempre convinto che l'Inter sia ancora in corsa. Poi, questo è un campionato stranissimo. Fra non molto ci saranno i mondiali e tanti giocatori andranno via. Bisognerà vedere come torneranno dal punto di vista fisico e psicologico, a gennaio si resetterà quasi tutto. E' come se in pista ci fosse la Safety Car: anche coloro che prima erano staccati anche di due giri, poi possono ritrovarsi attaccati a chi sta davanti. Il Mondiale riposizionerà tutti e, dunque, potrà accadere qualsiasi cosa. Ci siamo resi conto che tutto dipende da noi: se l'Inter è in forma, come non ha avuto paura del Barcellona, così non dovrà avere paura di nessun'altra squadra.

E’ una rivincita anche per Simone Inzaghi, dopo le tante critiche ricevute in queste settimane?

Il ruolo dell'allenatore lo conosciamo tutti. Credo che Inzaghi sia assolutamente consapevole di come funziona: se vinci sei forte, se la squadra non vince a pagare, in primis, è proprio l'allenatore. Questo è il calcio. Non sono nello spogliatoio, ma è ovvio che qualcosa sia accaduto: secondo me si sono tutti parlati guardandosi negli occhi e qualcosa è scattato nella testa dei calciatori. E' una rivincita non solo per Inzaghi, ma per tutti. Quando si vince, è sempre una rivincita. Lo è anche per noi tifosi, che subivamo gli sfottò degli altri, che ci davano già fuori da tutto. Si vince e si perde insieme.

Onana ha mostrato grande personalità. Giusto che diventi definitivamente il portiere titolare dell’Inter?

Credo di sì. Come premessa, bisogna sempre ringraziare Handanovic per gli anni meravigliosi regalati all'Inter, ma va ringraziato anche per quello che può dare ora che Onana sarà titolare. André lo ha detto in un'intervista onesta e chiara: Samir lo aiuta molto, anche nel spiegargli alcune cose che possono sembrare di secondaria importanza: dai giocatori da affrontare nel campionato ai campi. Anche questo è un ruolo importantissimo. Giusto però che Onana diventi il titolare, perché permette anche all'Inter di fare un altro tipo di gioco: esce molto bene, sa calciare ottimamente di piede anche a lunga distanza. Non credo sia un caso che anche il suo inserimento abbia portato l'Inter a una situazione diversa. Non che sia colpa di Handanovic, sarebbe molto sbagliato dirlo, ma il gioco di Onana permette anche all'Inter di giocare in maniera differente. I dettagli fanno la differenza.

Una notte da campione vero per Lautaro, proprio nello stadio che poteva essere suo. Ha paura che a Barcellona qualcuno torni a farci un pensierino?

Se hai dei giocatori forti, possono essere corteggiati. Lo abbiamo visto con la vicenda Skriniar. Ma mi auguro che la società i giocatori forti li blocchi e che, di fronte a offerte irrinunciabili, sia in grado di trovare degni sostituti. In questo momento mi godo Lautaro. Non so cosa accadrà in futuro, ma mi auguro che venga molto corteggiato: vorrà dire che avrà confermato di essere quello che penso già di lui, ovvero uno dei migliori attaccanti al mondo.

Al Festival 2022 una delle figure chiave è stato anche Ibrahimovic, personaggio speciale. Per l’edizione 2023 possiamo aspettarci un po’ di Inter?

Beh, mi piacerebbe senza dubbio (ride, ndr). Anche perché, un anno è venuto Cristiano Ronaldo, seduto in platea, un anno è venuto Ibrahimovic... Mi piacerebbe ci fosse un interista sul palco dell'Ariston. Vediamo come arriviamo a gennaio e a come torneranno dai Mondiali, poi vedremo. Chiaramente, mi piacerebbe molto.

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