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C'era un solo risultato a disposizione per l'Inter: la vittoria. E così è stato: i nerazzurri vincono sul sempre ostico campo del Sassuolo e riprendono la marcia in campionato, dando così continuità al successo di Champions League contro il Barcellona. 3 punti che sono ossigeno puro per la formazione interista, così come per Inzaghi, ma che non cancellano le difficoltà e le insicurezze palesate in questo difficile inizio di stagione: i neroverdi mettono più volte i brividi ad Onana (al debutto da titolare in Serie A) e tengono a lungo il comando delle operazioni, ma ci pensa Edin Dzeko con una doppietta a scacciare i fantasmi del passato.
La gara contro il Sassuolo può rappresentare la nascita di una nuova Inter: non tanto per il risultato, quanto per le indicazioni tattiche e per le scelte di formazione. In primis, l'esordio di Onana in campionato: il camerunense, che fin qui aveva giocato solamente in Champions League, ha messo subito in mostra la sua personalità nel chiamare e giocare la palla con i piedi, partecipando attivamente alla manovra. La sua presenza al posto di Handanovic cambia necessariamente il modo di giocare e di difendere della squadra, tornata ad avere un baricentro molto basso: un fattore che regala più serenità alla retroguardia nerazzurra, comunque ancora lontana dai livelli degli scorsi anni. Ricorda qualcosa? Eh già: proprio contro il Sassuolo la squadra allora allenata da Antonio Conte trovò la sua fisionomia definitiva, dando il via a una cvalcata cul,inata con la conquista dello scudetto.
Per una promozione (definitiva?), con l'avvicendamento di Onana per Handanovic in porta, l'Inter torna da Reggio Emilia con due bocciature. La prima, quello di Asllani: il centrocampista albanese, schierato nuovamente titolare dopo la gara di sabato contro la Roma, è stato sostituito nell'intervallo, con Inzaghi che ha preferito inserire il più esperto Mkhitaryan abbassando Calhanoglu in cabina di regia, così come si è visto contro il Barcellona in Champions League. Prima dell'infortunio di Brozovic l'ex Empoli aveva visto il campo solamente per 30 minuti: la sensazione è che presto tornare a scaldare la panchina, a maggior ragione quando il croato tornerà a disposizione.
Le seconda, forse ancor più grave, è quella di Gosens: l'esterno tedesco è rimasto ancora una volta a guardare, e le scelte di Inzaghi lasciano pensare che il destino dell'ex Atalanta sia ormai segnato. Con Dimarco giustamente confermato come titolare, il suo primo cambio ancora una volta è stato Darmian, adattato sulla fascia mancina: un segnale che sa di stroncatura.
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