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Il Caso Forlan non è un caso isolato. Anche se è questo che i media italiani hanno fatto credere nelle ultime ore. A testimonianza che sbagliare si può c'è un articolo, che risale al dieci dicembre del 1993 (linkato da uno dei giornalisti di InterChannel su Twitter, Alessandro Villa). A due giorni dalla partita valida per la finale della Coppa Intercontinentale tra Milan e San Paolo, i rossoneri si ritrovarono nel bel mezzo di un 'caso Savicevic'. Il giocatore del club milanese era stato inserito nella lista dei convocati, ma era stato squalificato nel 91' nella sfida Intercontinentale tra Stella Rossa e Colo Colo: al 43' un'espulsione per una gomitata.
A scoprirlo, prima di quello che sarebbe stato un autogol clamoroso, fu capitan Baresi che conversando con il collega 'incriminato' svelò l'inghippo. "Senza l'ennesimo miracoloso intervento del suo libero, forse il Milan questa Coppa intercontinentale l'avrebbe persa prima ancora di giocarla", recitava allora il Corriere della Sera.
Il Milan, accortosi dell'errore inviò alla Fifa un fax per risolvere la situazione, ma l'istituzione del calcio mondiale non riuscì a rispondere in maniera adeguata e immediata. Per evitare priproquo Dejan Savicevic non giocò quella partita che il Diavolo perse contro i brasiliani per tre a due. Una gara che Muller risolse a tre minuti dalla fine e alla quale la società di via Turati aveva preso parte per una storia di illeciti francesi.
I campioni d'Europa dell'Olympique Marsiglia furono esclusi dal torneo per le squalifiche derivanti dallo scandalo conosciuto come 'Affaire VA-OM' (è un caso di corruzione e frode sportiva che vide coinvolte l'Olympique e il Valenciennes.ndr): i rossoneri che avevano perso la finale quell'anno, si ritrovarono a Tokyo e rischiarono di comprottere il dono della buona sorte convocando proprio il giocatore squalificato. Anche questi sono errori. No?
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