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Anche la squadra contro Mancini: ecco tutti i motivi dell’addio. E c’era Garcia…

É ormai finita tra Roberto Mancini e l'Inter. Diversi le ragioni che hanno portato alla frattura, ma alla fine ha vinto Thohir

Alessandro De Felice

Tanto tuonò che piovve. Alla fine è arrivato il divorzio tra Mancini e l'Inter, dopo i mal di pancia durati un'intera estate. Ha deciso Erick Thohir, sia sull'esonero del tecnico jesino, che sull'ingaggio di de Boer. Numerose le ragioni che hanno portato alla rottura e l'edizione odierna delle Gazzetta dello Sport prova a fare chiarezza:

de Boer sbarca a Milano - "Mancini-Inter, cronaca di un divorzio annunciato. Sulla panchina nerazzurra siederà Frank de Boer, che potrebbe essere già a Milano. Nella notte è stato trovato l’accordo per la risoluzione contrattuale. Si parla di 2 milioni per chiuderla qui. Si attende solo la comunicazione ufficiale per cambiare pagina definitivamente: succederà oggi, con conseguente annuncio del nuovo tecnico e con la squadra che si ritrova alla Pinetina per un doppio allenamento già fissato. Mercoledì poi tutti in scena a Jesi (proprio la città di Mancini...) per la rifinitura mattutina a porte aperte e la sfida serale al Borussia Mönchengladbach".

HA VINTO THOHIR - "Frank de Boer è un vecchio pallino del presidente Erick Thohir che da Rio, dove sta seguendo l’Olimpiade come capo delegazione dell’Indonesia, avrebbe dato l’ultimo colpo ad un allenatore che pure sino a pochi giorni fa definiva ancora «il fuoriclasse dell’Inter». Della bozza di accordo con de Boer si sarebbe già occupato il potente consulente di Suning Kia Joorabchian, procuratore dell’olandese e nemico del Mancio dai tempi del City. De Boer firmerà un triennale: 2 milioni per il primo anno, tre per i successivi. Un ingaggio che lascerebbe libere le mani al club per accogliere Simeone tra un anno senza fare un bagno di sangue. Allo studio l’idea di affiancargli Cristian Chivu (peraltro ex Ajax) anche per questioni linguistiche. Dopo un approccio fatto due settimane fa, sabato sera il d.s. Piero Ausilio è volato a Londra con il Ceo Michael Bolingbroke per parlare con de Boer e poi fare un report tecnico a Suning. Perché l’olandese – che in patria ha appena perso uno scudetto surreale – non sarebbe stato il primo della lista tra i sostituti di Mancini. Ed è girata voce anche di un contatto con l’ex Roma Garcia".

L'IPOTESI RINNOVO - "Appena Mancio ha saputo, ma non dal d.s. Ausilio, del blitz londinese ha avuto la conferma di essere ormai rimasto solo. Perché se è vero che gli attriti tra dirigenza e tecnico risalgono ai mesi scorsi, la situazione è degenerata dopo il tracollo di venerdì contro il Tottenham. Quell’1-6 ha dato fiato alla fronda anti Mancio e infastidito anche i cinesi. Che pure durante la settimana avevano mandato al tecnico un secondo segnale di grande apertura. Oltre al mercato di alto profilo e senza cessioni eccellenti, è arrivata la proposta di rinnovo. Un prolungamento di due anni, fino al 2019, a cifre congrue ma con una serie di postille legate alla Champions su cui i rispettivi avvocati si stavano confrontando. Mancio però avrebbe chiesto una forte penale in caso di esonero anticipato e soprattutto non avrebbe accettato di non essere coinvolto sul mercato. Come ritiene sia successo in questa estate surreale, in cui da centro di gravità nerazzurro è finito ai margini. Aveva chiesto Reus, Vermaelen e Touré, gli è stato risposto tre volte di no".

LA SQUADRA LO HA ABBANDONATO -  "Questo ha convinto anche Suning a voltare le spalle a Mancini, per il quale non erano evidentemente più disposti a buttarsi nel fuoco nemmeno i giocatori. Tanto che nelle ultime ore ci sarebbe stato un sondaggio con gli uomini più importanti dello spogliatoio che hanno scaricato Mancio spiegando che sia a Riscone sia negli Stati Uniti il lavoro atletico e tattico non era stato per nulla intenso".

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