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Arrivato per 600 mila euro, adesso la furia Puscas vale oro! Storia nata con…

In questo momento complicato per la squadra nerazzurra è probabilmente la storia più bella da raccontare, il romanzo più appassionante di questo inizio di stagione da dimenticare per risultati sul campo e questioni societarie. L’edizione...

Alessandro De Felice

In questo momento complicato per la squadra nerazzurra è probabilmente la storia più bella da raccontare, il romanzo più appassionante di questo inizio di stagione da dimenticare per risultati sul campo e questioni societarie. L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport lo definisce “il meraviglioso mondo di George Puscas”. Il baby attaccante nerazzurro ieri ha deciso la partita contro il Chievo con una sua rete, la quattordicesima in 7 gare. Troppo straripante da essere notato anche da Walter Mazzarri, che non ha potuto esimersi dal convocare una furia simile in prima squadra. Ma per lui le sorprese non finiscono qui, perché il suo nome compare nella lista dei pre-convocati della Romania in vista degli impegni di qualificazione all’Europeo di novembre. 

La favola di Puscas è iniziata proprio contro l’Under21 italiana, quando il romeno realizzò la prima rete stagionale. A quella sono seguite la serie interminabile di realizzazioni che oggi lo ha condotto ad essere uno dei prospetti più considerati del calcio europeo. 5 gol all’esordio in campionato contro il Lanciano, tripletta nel derby e la sua firma in ogni partita giocata sono il suo attuale biglietto da visita. Questo brillante (non più grezzo ormai) è arrivato per 600 mila euro dal Liberty Oradea, grazie alla mediazione di Chivu. Un investimento importante all’epoca, ma che adesso ha già il sapore dell’affare.

Oltre alla bella favola di Puscas c’è da raccontare quella di un’intera squadra primavera, contenitore di talenti pronti a decollare dalla rampa di lancio. Alla trasferta di Cesena - oltre a Puscas - si sono aggregati al gruppo della prima squadra anche Camara e Bonazzoli, in buona sostanza l’intero tridente di Stefano Vecchi.