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Partiamo da un presupposto incontrovertibile: ieri Kristjan Asllani ha giocato male, come e peggio di molti compagni di squadra. Schierato in cabina di regia al posto dell'infortunato Calhanoglu, il centrocampista albanese non è riuscito a sfruttare l'occasione, venendo coinvolto e travolto dalla serata grigia di tutta l'Inter. Ne sono conseguiti giudizi negativi, come giusto che sia, ma alcuni sono stati fin troppo ingenerosi e inutilmente affrettati, nei confronti di un ragazzo di 21 anni dal quale era illogico pensare che potesse caricarsi il gruppo sulle spalle in una serata in cui tutti, chi più e chi meno, hanno steccato.
A tal proposito non hanno alcun senso i paragoni con gente come Bellingham o Musiala, classe 2003, o Gavi, 2004, protagonisti in top club come Real Madrid, Bayern Monaco e Barcellona nonostante la giovanissima età. Primo, perchè non tutti nascono fenomeni e non tutti sbocciano nello stesso momento. Secondo, perchè Asllani non ha avuto le stesse occasioni dei sopra citati per mettersi in mostra, per demeriti propri o per altre circostanze. Il centrocampista albanese ha collezionato fin qui 32 presenze con l'Inter, di cui solamente 8 da titolare e 3 giocate dal primo all'ultimo minuto: se contro la Real Sociedad ha fallito, bisogna anche dire che per giocare a certi livelli serve un'esperienza che lui, al momento, non può avere.
Simone Inzaghi, alla vigilia del match contro la Real Sociedad, non ha avuti dubbi nel ribadire la sua fiducia in Asllani: "Kristjan è un giocatore importante per noi. Ce lo hanno chiesto tante società, ma noi ce lo siamo tenuto stretto. È un giocatore importante e ha lo stesso ruolo di Calhanoglu". Dalle parole si è passati ai fatti, con maglia da titolare nella partita di ieri sera. Appare chiaro ed evidente che la prestazione non positiva del centrocampista albanese in Champions League non possa valere come giudizio definitivo sulle sue qualità: si dice sempre che un giovane ha il diritto di sbagliare per poter crescere, e che necessita di più prove per poter mettersi in luce.
Bene, allora la via da seguire è solo una: confermarlo dal primo minuto anche domenica, contro il "suo" Empoli. Una partita sulla carta più semplice per l'Inter, con meno pressioni, contro un avversario conosciuto alla perfezione da Asllani. Tra pochi giorni scopriremo se la fiducia di Inzaghi nel classe 2002 è reale o è stata solo occasionale.
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