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ASSALTO A FORTE APACHE

Daniele Mari

Forse è la lontananza, forse è quel sorriso bonario che non incute timore o forse è la non comprensione della lingua italiana. Eppure, da quando Erick Thohir è diventato presidente dell’Inter, la società nerazzurra è costantemente...

Forse è la lontananza, forse è quel sorriso bonario che non incute timore o forse è la non comprensione della lingua italiana. Eppure, da quando Erick Thohir è diventato presidente dell'Inter, la società nerazzurra è costantemente sotto attacco. Si respira, nel mondo del calcio e dei media, un sentimento di libertà, ma oserei dire di impunità, una sorta di "tana libera tutti" che consente a chiunque di parlare e sparlare di società e squadra senza che alcun provvedimento venga preso.

A poco servono i comunicati stampa, la ricerca dello scoop sull'Inter (meglio ancora se negativo) è continua e sistematica. Uno solo è il minimo comun denominatore: l'Inter è in una profonda e gravissima crisi economica. Il concetto è ripetuto fino alla nausea, accompagnato dall'ormai altrettanto insopportabile ritornello sull'all in per il terzo posto, senza il quale apriti cielo! Lo stesso, identico discorso si faceva a gennaio del 2015, quando si dava per scontato il crac finanziario senza la Champions. L'Inter non è arrivata in Champions, anzi non è arrivata nemmeno in Europa. Eppure, a detta degli stessi organi di informazione, ha fatto un mercato da big europea, con tanto di 8 in pagella a fine agosto piovuti su tutta la stampa italica.

E ora? Erick Thohir ha ammesso candidamente che sta cercando un socio in Cina. Perché? Semplice: perché i cinesi sono pieni di soldi, perché i cinesi si comprano quel pippone di Jackson Martinez a 42 milioni, perché ne danno 15 a Lavezzi e, perché no, potrebbero essere interessati a farsi un nome attraverso l'Inter, che in Cina vanta un bacino di tifosi mostruoso. Bella notizia, direte voi. E lo penso anche io. Invece no, è il sintomo di un dissesto, dello sbando totale, dell'imminente fuga dell'indonesiano sprovveduto. Come se Thohir non conoscesse i conti dell'Inter. E soprattutto come se le aziende italiane fossero l'emblema della buona gestione.

"Mai parlato per ora di cedere quote ma non si sa mai. Il mondo è sempre più globale, non possiamo chiudere gli occhi". Parole e musica di Erick Thohir appena tornato a Milano. Tradotto? Sto cercando un socio ma se si presentasse alla porta uno sceicco pronto a far decollare l'Inter come potrei oppormi? Sano realismo, buona imprenditoria.

E allora dov'è lo scoop? Dov'è la notizia incredibile? Tutte le società del mondo cercano partner commerciali in Asia. Lo ha fatto per primo il Manchester United, poi il City. L'Asia è un pozzo di risorse senza fine in questo momento, Thohir ha contatti soprattutto in Asia. Dove dovrebbe cercarli i partner? A Chianciano Terme?

La voglia di sensazionalismo è tangibile, in un momento in cui il calcio italiano, di storie veramente interessanti, ne propone sempre meno. Siamo periferia del mondo del calcio, serve parlare e sparlare di qualcuno. E chi meglio dell'Inter? Sempre dopo aver festeggiato il 2-2 della Juve in Champions League si intende (una volta mi avevano detto che il pari con gol in casa non è che fosse proprio un gran risultato, saranno cambiate le regole forse).