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Social
—Ora confesso una cosa. Non ho un account Instagram ufficiale, ne ho creato uno per controllare le mogli perché qualcuna mi ha creato dei problemi. Dalle mogli e dalle fidanzate si capiscono tante cose, anche della personalità del calciatore. Poi seguo anche calciatori, anche di altre squadre. Ma l'ho creato per la moglie di un calciatore che mi stava dando tantissimi problemi.
Kvaratskhelia
—"Se è vero che era sulla mia agenda 4 anni fa? Sì, ma non solo sulla mia. Questo ragazzo lo conoscevano tutti. In quel periodo si fecero degli appuntamenti, io stesso incontrai anche l'agente, ma se giochi 3-5-2 con Conte e con Inzaghi fai fatica a collocarlo. C'erano anche la Juventus e la Roma, poi il Napoli ha approfittato di un'ottima situazione e sono stati bravi. Ci vuole anche coraggio. Non era un giocatore stra-affermato, ma conosciuto da tutti. Da tutti i nostri osservatori era definito come un talento importante, uno che avrebbe meritato un investimento. Ma non è stato ritenuto funzionale al nostro sistema di gioco.
Fair Play Finanziario
—Oggi c'è un calcio diverso. Ci sono dei sistemi di controllo che non ti permettono più di investire come vorresti, indipendentemente dalle possibilità. Se oggi ci fosse ancora un Moratti, con passione e voglia di spendere, con le regole attuali non lo potrebbe fare. Devi spendere per quanto guadagni, uscendo al massimo di 30 milioni nel triennio. Se non crei opportunità di ricavi, devi rinunciare a qualcosa. Il sistema europeo deve tenere conto di tanti parametri. E' dal 2014 che conviviamo con questa realtà e sarà sempre così.
Kovacic
—"Godo. Innanzitutto perché è un ragazzo splendido. Poi, c'è la soddisfazione di averlo scoperto. Mi è dispiaciuto godermelo poco. Non perché qualcuno mi avesse obbligato a venderlo, ma quando arriva un'offerta importante come quella del Real Madrid per un ragazzo giovane e quell'offerta ti permette di risolvere alcune situazioni, è difficile dire di no. Difficile anche per il calciatore dire di no al Real Madrid quando chiama. All'epoca non eravamo strutturati per sostenere un rinnovo piuttosto che fare una squadra altamente competitiva. Oggi avremmo la forza di trattenerlo. Dobbiamo comunque restare un equilibrio e dunque un sacrificio all'anno va fatto. Quest'anno è andato via Brozovic, dopo tanti anni ci sta cambiare qualche faccia. Ma abbiamo comunque investito subito su Frattesi e di sviluppare di più un ragazzo come Asllani. E si va avanti.
Confronto con la Premier
—Solo di diritti televisivi, il rapporto è 1/4. L'ultima squadra della Premier guadagna di più della prima della Serie A. Dobbiamo usare altre strategie: abbiamo buoni manager, buoni allenatori, buoni settori giovanili. Serve anche fantasia e rapidità nel decidere. Loro sono più lenti in questi, noi a volte riusciamo a infilarci e a portare a casa il calciatore. Anche se, per onestà, bisogna dire che quando si arriva sullo stesso calciatore quasi mai si riesce a vincere la sfida.
Balotelli
—In relazione al calciatore ti poni in modi diversi. A volte abbiamo preso dei calciatori pur sapendo che non erano quelli giusti, ma perché non potevamo fare diversamente. Ci sono esempi di acquisti sbagliati, o in prestito a titolo definitivo. Magari anche condivisi con gli allenatori, che spesso spariscono dalle responsabilità. A volte sbagliati perché avevi delle aspettative poi non rispettate. A volte ci si impone anche duramente, perché sei straconvinto di alcuni calciatori. Il mio gesto romantico? E' risaputo che sono quello che ha scoperto Balotelli, avrei scommesso qualsiasi cosa su di lui. In quel momento era un figlio. Inspiegabile come, rispetto al talento che aveva, non sia diventato un craque del calcio mondiale per 20 anni.
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