Inseparabili, in campo e fuori. Colonne del centrocampo dell'Inter, con Conte così come Inzaghi. Perni della squadra del presente e, nelle intenzioni della dirigenza e nelle speranze di tifosi, anche di quella del futuro. Nicolò Barella e Marcelo Brozovic sono due degli insostituibili della formazione nerazzurra, e anche ieri contro l'Udinese hanno dimostrato tutto il loro valore. Il club meneghino vuole blindarli quanto prima, e lo stesso allenatore li ha pubblicamente elogiati al termine del match contro i friulani, auspicando un rinnovo rapido e senza intoppi.
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Barella, giovedì la firma sul rinnovo. Brozovic, Inzaghi mette fretta all’Inter
Settimane decisive per il futuro dei due centrocampisti: la dirigenza nerazzurra punta a blindarli quanto prima
Barella, ci siamo
"Per Barella manca pochissimo, forse solo da sistemare gli ultimi dettagli. Per il capitano designato potrebbe essere giovedì il giorno giusto per l'annuncio del rinnovo fino al 2026, con un contratto da 4,5 milioni (per il primo anno) a salire. Situazione piuttosto fluida, insomma, al contrario dello stallo che regna nella trattativa per Marcelo Brozovic, il cui contratto è in scadenza il prossimo 30 giugno".
Brozovic, il punto
"Brozo vuole un nuovo accordo da big ma al momento non si è ancora seduto al tavolo della trattativa visti i continui cambia di agente. Ora che è tutto in mano al papà-agente e al suo avvocato, l'Inter spera di poter accelerare le manovre alla ricerca della nuova intesa. L'idea del club è di proporre al croato un accordo simile a quello di Barella, ma nessuno al momento sa se questo può bastare. Le parole di ieri di Inzaghi sembrano allora un appello anche alla controparte e non solo al club: un modo sereno di invitare tutti al dialogo, mettendo al centro
delle discussioni il bene dell'Inter e la voglia di vincere ancora, tutti insieme. Brozo è fondamentale per Simone e il giocatore lo sa. Del resto, la sua conferma è stata una delle prime richieste fatte dal tecnico al club nel momento della firma. E i fatti poi hanno spiegato il perché. Inzaghi non ci rinuncia mai, come in passato avevano fatto Spalletti prima e Conte poi. Oggi non c'è Inter senza il regista-maratoneta, ma serve uno sforzo di tutti per il lieto fine con sguardo al futuro".
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