00:21 min

copertina

Barella: “Inter, ecco perché ti ho scelta. Conte è un vincente. Idolo Stankovic. Radja…”

Eva A. Provenzano

In un'intervista al Corriere dello Sport il neo nerazzurro si è raccontato a 360 gradi

Il Corriere dello Sport ha intervistato in esclusiva uno dei nuovi arrivi in casa Inter, Nicolò Barella. Il giocatore ha raccontato di aver rifiutato altre offerte anche per la presenza di Conte sulla panchina nerazzurra e ha parlato del suo esordio, in tournée estiva, con la maglia nerazzurra numero 24.

Ecco cosa ha detto: «E' stata una bella emozione. L'Inter mi ha voluto fortemente e io ho voluto questo club, aspettavo questo momento da tanto tempo. La preparazione è dura, all'inizio è stato difficile tenere i ritmi imposti da Conte. Ritengo i suoi allenamenti duri al pari di quelli di Zeman e dei suoi gradoni. Qui però si corre con la palla e il ritmo è alto. Conte è uno che non lascia niente al caso: grazie alle sue telefonate mi sono sentito importante, è gratificante sapere che ti stima uno dei più bravi allenatori a livello mondiale».

HO DETTO NO - «A gennaio ho detto al Napoli perché con il Cagliari avevamo deciso che sarei rimasto fino a fine anno e poi avremo deciso cosa fare, sapevo dell'interesse degli azzurri, ma non volevo partire nella sessione invernale. Offerti tanti soldi? Mai pensato a quelli nella mia carriera, per me vengono prima l'ambizione, il mio bene e quello della mia famiglia e poi i soldi. La Roma? Avevo parlato chiaro con Giulini, se non avesse trovato l'intesa con l'Inter sarei rimasto in Sardegna, mica volevo scappare da casa mia e non avevo fretta, per fortuna poi è stato trovato l'accordo tra club. Pensavo che l'offerta nerazzurra fosse quella giusta, per ambizione, una grande opportunità da cogliere al volo. Lascio le porte aperte ad un ritorno a Cagliari, nella vita non si sa mai».

CAPITOLO CAGLIARI - «L'incontro dopo la firma? Un po' strano, è stato cinque anni il mio presidente ma eravamo contenti entrambi quindi ci siamo fatti un grande in bocca al lupo perché spero che il Cagliari raggiunga i suoi obiettivi. Se i tifosi mi fischiassero? So che ci non ha preso bene la mia cessione. Ma se mi fischieranno non andrò contro la mia gente, accetterò. Essendo isolani e isolati noi sardi abbiamo un legame fortissimo con la nostra terra, io amo la mia gente. Mi sono arrivati tanti messaggi, alcuni li aspettavo e non sono arrivati, altri bellissimi come quelli di Conti, Deiola e Cippitelli».

IL COSTO - «In passato ci sono stati tanti giocatori che in proporzione valevano più di me ma le valutazioni dei cartellini erano più basse, pensa a Vieri. Il prezzo speso per me per me è uno stimolo per fare bene. L'Inter mi ha convinto con un progetto serio e ambizioso, è stata la prima scelta e penso sia la società ideale nella quale crescere. Poi con uno come Conte l'obiettivo è sempre vincere».

LE RIVALI E GLI ITALIANI - «La Juventus è una grande squadra, ha una rosa importante ma anche per loro non sarà tutto facile perché hanno un nuovo tecnico con idee nuove. Più italiani nell'Inter? Sono scelte della società, ma per il gruppo avere più italiani è meglio. Finora siamo arrivati Stefano (Sensi, ndr) e io, ma ci sono pure Politano, “Gaglia”, Ranocchia, D'Ambrosio... Mi hanno dato una bella mano ad inserirmi. Gagliardini-Sensi-Barella? Ci conosciamo da tempo, ma Brozovic è importante per la squadra, la sua assenza si farebbe sentire».

L'IDOLO - «E' Stankovic. Perché ho sempre cercato di interpretare il ruolo come lui, ovvero in campo non esistono amichevoli e si va a 100 all'ora, senza risparmiarsi mai. Aveva anche un gran tiro da fuori, sempre invidiato. Famiglia interista? Papà tifa Cagliari ma ora tiferà anche per l'Inter, alcuni miei cugini e i miei zii sono interisti».

IL NUMERO - «Non so ancora se sarà quello. L'ho preso perché è il giorno in cui la prima bambina, Rebecca, è nata. L'altra, Lavinia, è nata il 18, il numero che avevo al Cagliari e in Nazionale. Al Cagliari avevo il 18, me lo aveva dato il presidente perché pensava mi portasse fortuna, non si è sbagliato. Adesso voglio cercare di segnare anche di più e aiutare l'Inter non solo con la corsa ma anche con qualche rete».

NAINGGOLAN - «Lui ai margini? Stesso procuratore, ma è anche un amico. E poi siamo della stessa città perché è cagliaritano adottato e lì ci siamo frequentati. Gli voglio bene».

LA NAZIONALE - «Sono felice della fiducia che Mancini mi ha dato. Giocare con Jorginho e Verratti mi ha aiutato molto a migliorare, a essere più pronto per l'Inter. Mi sono dispiaciuto per la mancata semifinale e la mancata qualificazione con l'Under21, è stata anche una questione di formula, ma a prescindere dall'essere stati eliminati il nostro gruppo ha comunque un valore». 

PASSIONI - «Ho chiamato il mio cane LeBron, per LeBron James sono malato. Ho 10 tatuaggi, uno dedicato alla mia prima bimba, le nostre dita insieme come la prima volta che ci siamo visti e ora ne farò anche uno per la più piccola. Ne ho anche uno per il gol in rovesciata in Nazionale». 

MILANO - «Stiamo ancora cercando casa. Se qualcuno mi vuole aiutare...».

(Fonte: Corriere dello Sport)