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"L’agente del giocatore Alessandro Beltrami ha, infatti, già viaggiato più volte nel Regno Unito e le sue orecchie sono inevitabilmente ben tese verso la Premier. Va da sé che l’Inter mai si priverebbe per propria scelta di un giocatore che considera un simbolo. Il numero 23 è un totem per le masse e non solo la centrale di energia dell’intera squadra di Inzaghi. Il club di Zhang è consapevole del potere seduttivo delle sterline, ma fino ad ora è rincuorata dalla placida tranquillità di Barella. Se il corteggiamento, soprattutto quello di Klopp, è arrivato alle sue orecchie, Nicolò non ha dato segnali di cedimento".
"Passare da uno stipendio da 5 l’anno a uno da 10 (almeno) è una prospettiva che può movimentare ogni scenario, anche quello apparentemente più quieto. Nel caso, per l’Inter sarebbe impossibile pareggiare lo stesso stipendio e, in questo rigido regime di autofinanziamento, opporsi in partenza alle maxi-offerte inglesi. La postilla, però, qui è d’obbligo: per l’Inter Barella costa dagli 80 milioni in su. Il Chelsea, si sa, ha già una tavola imbandita coi nerazzurri: è un interlocutore sempre privilegiato, ma potrebbe essere distratto dalla trattativa per Caicedo del Brighton. Lo United, oltre a Nicolò, guarda anche a Mount del Chelsea: è la conferma che pure nella Manchester rossa vogliono fare un salto in mezzo".
"Per adesso la fiducia è il sentimento prevalente, anche perché il pericolo diventerebbe reale solo se Nicolò cambiasse pian piano i suoi convincimenti e aprisse a una cessione. Per il resto, il club si è indirettamente già “cautelato” avendo trovato l’accordo per portare a Milano Davide Frattesi, considerato una specie di Barella in divenire. Inzaghi e i dirigenti vorrebbero che quei due giocassero insieme, non certo uno al posto dell’altro, ma perché ciò accada servono cessioni rapide", spiega Gazzetta.
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