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Uno dei capisaldi della filosofia calcistica di Antonio Conte è sempre stato il fatto di mandare in gol con continuità i centrocampisti. Lo ha fatto nella sua prima Juventus e lo sta facendo anche all'Inter, dove ha trovato in Stefano Sensi e Nicolò Barella, senza dimenticare Marcelo Brozovic, gli interpreti perfetti per quest'idea. "Chi temeva che il mancato arrivo di un centrocampista che aumentasse l’onda d’urto in zona gol sarebbe stato un handicap insormontabile per la squadra è stato clamorosamente smentito nelle prime cinque partite ufficiali dove Sensi, Brozovic e Barella hanno segnato cinque gol. Il primo ha matato Lecce e Udinese - scrive Tuttosport -, il croato ha fatto secchi Lecce e Milan mentre l’ex capitano del Cagliari è riuscito a riacciuffare lo Slavia Praga quando San Siro nerazzurro era già sprofondato nella delusione per una sconfitta nella prima gara del girone di Champions. Barella che nel derby ha pure messo sulla testa di Romelu Lukaku il pallone dell’apoteosi. Discorso che può essere allargato a chi gli gioca alle spalle: Barella nel derby è stato un martello per i milanisti, mentre Sensi ha distillato le solite giocate di intelligenza sopraffina, su tutte la punizione che si è guadagnato sull’improvvido Conti che ha fatto da preludio al gol di Brozovic.
Anche il croato è un altro giocatore rispetto a quello visto nel biennio di Luciano Spalletti. Perché è vero che questi ha il merito innegabile di aver dato spessore internazionale al croato, ma è altrettanto vero che Brozovic si è perfettamente calato nel calcio che vuole mettere in pratica Conte. La sua regia si è fatta più asciutta e verticale e così “l’Epic”, da protagonista nell’interminabile ruminante giropalla spallettiano, è diventato emblema di un’Inter che pensa in fretta dove i centrocampisti, appena ne hanno l’occasione, devono puntare verso la porta. Non è un caso che l’allenatore non abbia mai voluto fare a meno di Brozovic. Questo anche perché l’arrivo di Sensi l’ha migliorato: come accade nella Nazionale croata dove Modric e Rakitic sono formidabili partner con cui dialogare, anche all’Inter “l’Epic” ha finalmente trovato un collega che pensa calcio al suo stesso modo. Conte, allenatore pragmatico e intelligente, ha così immediatamente rinunciato ad avere un mediano di peso (Vecino o Gagliardini) preferendo - al netto delle scelte imposte dal turnover - i tre piccoletti. Gente dal grilletto facile, come lo erano Pirlo, Marchisio e Vidal, pilastri del primo scudetto italiano".
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