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Bastoni: “L’Inter un sogno e me lo vivo al massimo. Io e la squadra vorremmo un trofeo”

Marco Astori

Le parole del centrale nerazzurro

Intervenuto ai microfoni di Inter TV per il format "Unboxing", Alessandro Bastoni, centrale nerazzurro, ha parlato inizialmente della sua infanzia da calciatore: "Sono originario di Casalmaggiore, ho fatto 10 anni avanti e indietro, sono 130 km all'andata e 130 al ritorno: senza mio papà non avrei potuto farlo. Avere una famiglia dietro è fondamentale. Io in macchina dormivo perché partivo alle 7 per andare a scuola e tornavo alle 9 a casa: ero cotto. Mio papà è un appassionato, ha giocato alla Cremonese: ha sbagliato determinate cose e questo ha aiutato me. Io ho capito di poter fare il calciatore quando ho capito che l'Atalanta credeva in me. Quindi mi sono spostato a Bergamo. Ci ho puntato al massimo e sta andando bene".

Perché la numero 95?

"È una storia che parte quando ho ricevuto la prima convocazione in prima squadra all’Atalanta e una promessa che ho fatto a mio fratello. Siamo in 5 in famiglia e siamo molto legati: gli ho detto che il mio numero di maglia sarebbe stato il suo anno di nascita. Sia all’Atalanta, che poi al Parma e all’Inter ho deciso di scegliere il 95 che è un modo per avere lui e tutta la famiglia in campo con me".

I pomodori?

"Da bambino ero un agricoltore, aiutavo mio nonno nell'orto: e questo mi ha permesso di apprendere i valori, stare coi piedi per terra e capire le cose che valgono nella vita. Senza la famiglia non è possibile arrivare a certi obiettivi".

Le figurine Panini?

"Devono fare santa la mia tata perché quando ero bambini la ammazzavo: sapevo a memoria tutto di qualsiasi calciatore. E quando stirava facevo questi quiz. Non ho mai finito un album. La mia figurina? E' bello quando i miei cugini mi mandano la mia foto quando la trovano".

La tua stagione?

"E' incredibile, è un sogno giocare per l'Inter e a San Siro davanti a 80mila persone: sto vivendo un sogno e me lo vivo al massimo".

La pizza preferita?

"Mi piace la margherita, me l'ha trasmessa mia mamma".

Dove si mangia meglio?

"A Milano mangi qualsiasi cosa, Bergamo è tanta roba sulle cose tradizionali: ma Parma vince perché mangi veramente bene".

Il prossimo regalo?

"Non vorrei scartarlo io ma dovrebbe tenerlo in mano il capitano: un trofeo è il sogno che ho io, ma anche tutta la squadra".

I videogiochi?

"Mi piacciono quelli di calcio e basket: me la cavo. Il mio compagno più bravo? Non giochiamo molto, giochiamo a freccette".

Nella tua scatola cosa metteresti?

"Metterei l'episodio che mi ha cambiato: la morte della mia migliore amica. Prima ero chiuso, dopo quella cosa ho imparato a non lamentarmi e a capire le cose che contano. Mi piace sempre ricordarla".