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Barcellona e City chiedono Bastoni. L’Inter non solo rifiuta: “Nulla esclude che…”

Fabio Alampi

Il giovane difensore nerazzurro è finito nel mirino di diversi top club europei

Una della rivelazioni di questa prima parte di stagione risponde al nome di Alessandro Bastoni: il giovanissimo difensore dell'Inter, classe '99, in poco tempo ha conquistato la fiducia di Antonio Conte, tanto da meritarsi una maglia da titolare a discapito di un mostro sacro del ruolo come Diego Godin.

Le sue prestazioni hanno attirato le attenzioni di diversi top club europei e, secondo La Gazzetta dello Sport, la dirigenza nerazzurra ha già ricevuto le prime proposte.

"Alessandro Bastoni è abituato a bruciare le tappe. Lo ha fatto all’Atalanta, debuttando in Serie A a 17 anni e meritandosi il trasferimento record all’Inter con una quotazione di 31 milioni. Una cifra fuori dall’ordinario per un difensore appena diciottenne (all’epoca). Ventinove mesi dopo il mancino di Casalmaggiore ha fatto il salto più difficile. Conquistando la fiducia di Antonio Conte: in questi mesi nerazzurri è diventato titolare nella squadra che sta lottando per lo scudetto".

SIRENE DI MERCATO - "Gli scout dei maggiori club europei hanno messo in evidenza le sue prestazioni nelle loro relazioni. Soprattutto il Barcellona e il Manchester City lo hanno inserito al primo posto nel ruolo. Sì, perché di marcatori così dotati sia dal punto di vista fisico che tecnico ce ne sono davvero pochi in giro. Merce ancor più rara è trovare talenti che prediligono il piede sinistro. Così la valutazione di Bastoni è cresciuta in maniera consistente".

L'INTER FA MURO - "Gli sviluppi del mercato dimostrano che la tentazione inglese è caduta nel vuoto. In viale della Liberazione hanno progetti di lungo corso per Bastoni e non hanno interesse ad alimentare un’asta per lui, nonostante il pressing sia destinato a continuare nei prossimi mesi. Peraltro Alessandro è già sotto contratto sino al 2023, lo ha sottoscritto prima di andare in prestito a Parma nella scorsa stagione. Nulla esclude che più avanti i dirigenti si siedano ad un tavolo per prolungare il legame anche oltre".