Non c’è tifoso nerazzurro che possa fare a meno di associare il suo volto alle innumerevoli trasferte dell’Inter. Da diciotto anni a queste parte, ogni volta che una telecamera indiscreta si mette a curiosare in tribuna, finisce inevitabilmente per rapirne l’immagine: Bedy Moratti, vera signora del calcio. Quello appassionato e sentimentale di una volta. Noi di FcInter1908.it abbiamo avuto il piacere di poterla intervistare in esclusiva per voi:
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Bedy Moratti a FcIn1908: “Stimo Leonardo. Cambiasso? Speravo restasse. Per rivederlo c’è un solo modo…”
Non c’è tifoso nerazzurro che possa fare a meno di associare il suo volto alle innumerevoli trasferte dell’Inter. Da diciotto anni a queste parte, ogni volta che una telecamera indiscreta si mette a curiosare in tribuna, finisce...
Buona sera Bedy, ci racconti come l’Inter sia entrata nella sua vita dal 1995 ad oggi:
“L’Inter è entrata nella mia vita molto prima che la comprasse mio fratello Massimo. Il mio papà era il presidente della squadra già quando io ero una bambina, poi c’è semplicemente stato un intervallo, quando è passata in mano ad altri proprietari. Ho sempre seguito l’Inter anche quando per il mio lavoro da attrice mi trovavo a Roma. Ne approfittavo quando veniva a giocare da quelle parti, anche se era diverso rispetto a quando c’era mio padre.Poi è arrivato Massimo. L’aveva avvisata della situazione o come Milly ha appreso dalla tv quello che stava accadendo?
“Non chiedo mai a Massimo di dirmi le sue cose, è lui a farlo quando ne ha voglia. Ricordo che ero a casa e aspettavo che venisse sera per andare a lavorare in teatro, quando alla tv diedero la conferma che Moratti aveva acquistato l’Inter. Ho pensato immediatamente che si sarebbe ricreata quell’atmosfera meravigliosa che c’era quando ancora papà era presidente. Ero sicurissima che i tifosi interisti sarebbero stati felici di riaccogliere dopo tanti anni un nome, che qualche tempo prima li aveva aiutati a vincere tanto. Ero felice per quello che stava accadendo e lo ero per Massimo, perché sapevo quanto potesse essere contento nel compiere questo passo.
Lei c’è sempre. Non si perde una partita, presente praticamente ad ogni iniziativa benefica. L’Inter per lei non è solo una squadra.
“L’Inter non è solo una squadra, è chiaramente un amore. Non posso dimenticare nessuno dei momenti vissuti accanto all’Inter. Gli ultimi diciotto anni sono stati colmi di successi, ho lasciato Roma e sono rientrata a Milano per l’Inter. Massimo mi ha dato la possibilità di svolgere il compito di presidente onorario degli Inter club e per me è stato bellissimo conoscere a fondo la realtà che c’è dietro.
C’è un episodio che ricorda con gioia?
“ricordo con emozione la prima Coppa Uefa e in particolare la semifinale che giocammo a Mosca. Non per la partita in se, ma per tutto quello che c’era stato come contorno. Ci fu una tempesta incredibile, non ci facevano atterrare a Mosca e ci mandarono indietro a Vienna, poi tornammo il giorno seguente. Ci furono problemi anche per entrare all’interno dello stadio, c’erano i militari con le mitraglie fuori dai cancelli. Insomma, non fu semplice , ma poi quei due gol di Ronaldo ci ripagarono da tutte le fatiche. E’ stato il primo trofeo e ci ha portato una gioia immensa. Poi abbiamo dovuto soffrire molto prima di avere altri successi, in certi anni era molto difficile vincere. Diciamo così.
Quando ha visto suo fratello davvero felice?
“quando ha comprato Ronaldo. Era contento perché sapeva di aver fatto qualcosa che avrebbe dato ai tifosi una gioia immensa. Ho incontrato persone che mi confidavano di aver fatto l’abbonamento esclusivamente per venire a vedere lui. Poi tutte le vittorie recenti, il primo scudetto, il rientro al Meazza alle sei del mattino, l’alba veniva fuori e li c’erano 50.000 persone che ci aspettavano cantando. Meraviglioso, una gioia per tutti.
Gestire l’Inter più per gli altri che per se stessi?
“posso dire che è sempre stato l’insegnamento che ci ha dato mio padre. Lui ce lo ha sempre detto:”bisogna far felici le persone, per una vittoria, per un acquisto, per qualsiasi cosa si possa fare per loro. Non era una regola, ma una questione di sensibilita, di passione. Di sentimento. Mio padre era così, Massimo altrettanto e io non posso fare altro che accodarmi a questo bel modo di pensare, puro di persone meravigliose”.
Adesso c’è il calcio business. Thohir può dare questo amore e questo sentimento?
“posso capire chi ragiona con la mentalità diversa dalla nostra. Forse c’è meno vicinanza con i tifosi, ma si può capire benissimo che un presidente possa aver voglia di fare le cose in un modo che lui reputa migliore. Lui conosce questo metodo di gestione e lo utilizza. E’ assolutamente normale e comprensibile. Di amore ne abbiamo dato tanto noi e adesso può andare avanti in un altro modo.
Quali sono i calciatori e gli allenatori che le sono rimasti più impressi, che l’hanno fatta sognare di più?
“abbiamo avuto tanti di quei campioni che adesso diventa difficile fare un solo nome. Non possiamo dimenticare Zamorano, Djorkaeff, Baggio Ronaldo. Grazie a tutti abbiamo vinto tanto e sono amatissimi. Per quanto riguarda gli allenatori, posso dire che ho tanta stima di Leonardo. E’ un ragazzo davvero in gamba, bravo in tutto quello che fa. E’ arrivato in un momento di difficoltà e nonostante tutto ci ha portati al secondo posto. Ovviamente Mourinho e Mancini meritano una mansione speciale.
Si aspettava l’addio di Cambiasso?
“speravo potesse rimanere. E’ un ragazzo dotato di una grandissima intelligenza, si è sempre comportato in modo esemplare, da professionista, facendo solo il bene dello spogliatoio. Non è mai esistito un clan che decidesse il da farsi, hanno solo pensato sempre a fare bene il loro lavoro. Speravo che Esteban restasse, ha ancora tanto da dare, ma queste decisioni non spettano a me. Adesso ha ancora voglia di giocare e lo farà, poi credo che abbia un futuro da grande allenatore e spero possa venire all’Inter in quelle vesti. Sarebbe l’unico modo di rivederlo con noi”.
Ringraziamo Bedy Moratti per la disponibilità avuta nei nostri confronti
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