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"Sto avvisando adesso tutti i miei compagni".Beppe Bergomi è piuttosto scosso, quando lo raggiungiamo al telefono per commentare la scomparsa di Gigi Simoni. La notizia si è appena diffusa: l'ex allenatore dell'Inter, condottiero di quella squadra che arrivò a vincere la Coppa Uefa a Parigi nel 1998, ci ha lasciati. Aveva 81 anni e ormai da un anno versava in gravi condizioni. Il vuoto è immenso, come ricorda proprio Bergomi, capitano all'epoca, ai microfoni di Fcinter1908.it: "Era un grande uomo, un esempio positivo per tutto l'ambiente. Ce n'è sempre bisogno e lui lo è stato, sia da calciatore che da allenatore. Gli sarò riconoscente per tutta la vita perché mi ha portato a fare un mondiale a 35 anni, al termine di un'annata stupenda. Ce l'ho nel cuore".
Il primo ricordo?
"Mi fece capire che non aveva pregiudizi e che avrebbe dato spazio a chi meritava. Il primo passo per lui, prima di fare delle scelte, era conoscere i calciatori per farsi una sua idea e non dar retta ad altro. Quando si presentò, mi disse "guarda Beppe, per me qui siete tutti uguali. Da chi ha 18 anni a chi ne ha 35. Sarà il campo a decidere". Feci un anno straordinario anche grazie a lui".
Come era nello spogliatoio?
Una persona speciale. Parlando con Ciccio Colonnese, che lo conosceva meglio, mi ha detto che arrivando all'Inter si ammorbidì. Le cose poi all'Inter sono sempre andate abbastanza bene, quindi era difficile far emergere quel lato. Sapeva gestire il gruppo come pochi, che è la cosa più importante in squadre del genere. Aveva anche capito che eravamo tutti uguali, tranne uno però: il Fenomeno. Di questo ne era consapevole l'intero gruppo".
Tanti bei ricordi. Su tutti, la Coppa Uefa di Parigi.
"Ci sono tante partite che porto nel cuore di quel periodo. La vittoria in finale con la Lazio è stato il culmine di una cavalcata incredibile. Ricordo con grande piacere anche la vittoria contro il Real Madrid per 3-0 dell'anno dopo. Ho rivisto quella partita di recente e ancora mi emoziono".
Lo stesso Moratti qualche anno dopo ammise che esonerarlo fu un errore.
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