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Berti: “Io ci credo, l’Inter può andare in Champions. I Giocatori? Devono tirare fuori le palle”

Il momento in casa Inter non è dei più facili. Per l’occasione, la Gazzetta dello Sport, ha intervistato il grande ex nerazzurro Nicola Berti.

Riccardo Fusato

Il momento in casa Inter non è dei più facili. Per l’occasione, la Gazzetta dello Sport, ha intervistato il grande ex nerazzurro Nicola Berti. Ecco le sue parole: “La prestazione dell’Inter in Israele? Allucinante. Primo tempo ottimo, senza rischiare nulla e giocando un bel calcio. Poi la squadra si è spenta, non ci ha messo grinta, coraggio, determinazione”

MANCANZA DI LEADER“Io credo che Medel sia perfetto per questo compito. In alcune situazioni sono stato con loro. E Gary è uno che ti mette a posto solo con uno sguardo. Mauro è il centravanti più forte del mondo, ma non credo che sia il tipo giusto per scuotere i suoi nei momenti di difficoltà. Deve alzare la voce Miranda. Uno che fa il capitano nel Brasile deve guidare i compagni. Anche per la posizione che occupa in campo”

CHAMPIONS“Se ci credo? Assolutamente. Sono certo che ad aprile l’Inter sarà al terzo posto. E davanti al Milan. Perché tanto ottimismo? Perché appunto abbiamo l’attaccante più forte e un centrocampo pieno di qualità e con varie soluzioni tecniche e tattiche”

ROSA INTER“I giocatori devono tirare fuori le palle, parlarsi di più nei momenti difficili, non perdere la calma, capire che stanno giocando per una maglia storica. Forse non già dalla partita contro la fiorentina, ma sono convinto che una volta che avrà aggiustato la fase difensiva Pioli riporterà in alto la squadra. E’ stato anche sfigato, perché aveva azzeccato la mossa di abbassare Medel, che in quel ruolo è sempre il migliore con il Cile. Però Gary si è fatto male. Con lui in campo, nel derby il Milan non aveva creato nulla. Il crollo del secondo tempo più fisico e mentale? Non scherziamo, sia nel derby che in Israele la squadra ha chiuso creando occasioni importanti. E a Beer Sheva era pure in inferiorità numerica. Credo che il grosso del lavoro Pioli debba farlo proprio sul piano psicologico, trovando il modo di motivare i giocatori in ogni momento. Poi con qualche risultato arriverà la svolta”

(Gazzetta dello Sport)

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