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Berti: “Scudetto? La Juve non ci riprende più. Ince lo convinsi con una festa. Barella lo adoro”

Andrea Della Sala

L'ex centrocampista dell'Inter è stato ospite del presentatore tv e grande tifosi dei nerazzurri Alessandro Cattelan

Durante una diretta Twitch di Alessandro Cattelan è intervenuto il grande ex centrocampista dell'Inter Nicola Berti che ha parlato dell'Inter di Conte, ma anche di tanti suoi ex compagni di squadra:

"La Juve ci riprende? Non ci riprendono più, assolutamente. Mancano ancora 3-4 partite e poi possiamo stare più tranquilli. Possiamo leggermente avvicinarci a quello che manca da tanto tempo. Non montiamoci troppo la testa, stiamo schisci, si dice così. Il fatto di avere lo scontro diretto alla penultima è meglio, ma io non mi fido. Voglio che finisca prima assolutamente, la sofferenza della penultima giornata non la voglio subire. Dobbiamo vincerla prima. 

Come l'hai vista quest'anno l'Inter?

"Molto bene, a parte la prima parte con l'eliminazione dalla Champions che è stata una bella botta. Cin rimane solo questo che è un traguardo importante. La cosa più triste è non poter andare allo stadio. Mi avevano invitato a inizio anno quando si poteva, ma non sono andato, meglio vederla a casa con gli amici".

Che tipo di centrocampista eri?

"Un centrocampista universale, la fascia la detestavo. Ero un numero 8, mi piaceva inserirmi  senza palla tipo Conte che l'ha presa da me. Ho anticipato io questo ruolo, ero un maestro negli inserimenti senza palla. L'8 è un numero magico. Coi numeri personalizzati, scelsi il 18 perché l'8 lo regalai a Paul Ince. Doveva ancora firmare e lo convinsi giocando a tennis ad Appiano Gentile. Poi lo invitati a casa, gli organizzai una piccola festicciola di benvenuto e il giorno dopo firmò immediatamente. Mi è costata la numero 8. Poi non l'ho più ripreso, sono andato al Tottenham e ho preso il 35, tre più cinque. Ho giocato in una squadra spagnola, il Deportivo Alaves, ci ho giocato solo sei mesi".

Chi è il giocatore più forte con cui hai giocato?

"Ronie, Ronaldo chiaramente. Abbiamo fatto i primi sei mesi insieme. Poi lo vedevano troppo spesso nella mia zona. Io facevo rilassare i giocatori, senza esagerare. Anche nel mondiale in Usa, io avevo lì la casa: Sacchi non ci dava mai la sera e facevamo il pomeriggio da Berti. Riuscivo a fregare anche Sacchi".

Uma Thurman, vera la storia di pressing?

"Uma Thurman venne con me era nel pubblico di Pressing, ero ospite di Vianello. Rimase lì nel pubblico. Grandissima tifosa dell'Inter, veniva a vedere le partite dell'Inter".

I tuoi gol preferiti?

"Quelli nei derby, c'è un gol che dura 4': rubo palla a Maldini, tunnel a Costacurta e Baresi mi tira una pallonata in faccia. Andai in mezzo al campo e dissi ora gli faccio gol e glielo feci davvero. Il derby dove abbiamo fatto la rimonta".

I derby erano più belli prima?

"Non ci si parlava per una settimana in città, poi in Nazionale facevamo pace, ma lo vedevo in giro in un posto e non entravo. C'era una sfida anche prima delle partite. Ricordo che ci facevo risaldamento nelle palestrine, non in campo: le pallonate che tiravo dall'altra parte per dar fastidio a Gullit. Non col Milan, con qualche altra squadra siamo anche venuti quasi alle mani prima delle partite".

Barella?

"Io lo adoro. Un po' ci assomigliamo, lui ha quel capello con quel profilo... È più basso di me però eh, ma molto più tecnico. Adoro il suo agonismo, la sua voglia, la sua grinta. Il mio favorito in assoluto, il mio idolo in assoluto".ù

Bergkamp?

"Abbiamo vinto una Coppa Uefa facendo gol in finale, mi faceva degli assist. Fenomeno tecnicamente, aveva il problemino che ogni tanto tirava indietro il piede e sai che in Italia non puoi farlo. Anche i tuoi compagni ti guardano male. Non si è inserito bene perché non era così cattivo. E poi non prendeva l'aereo per fare le trasferte, l'ha iniziata due tre anni dopo, quando è andato in Inghilterra".

Ruben Sosa

"Simpaticissimo, un confusionario, era di un divertente e tecnicamente era fortissimo".

Che fine ha fatto Igor Shalimov?

"Mi sento spesso con Igor, non ha più i capelli, allena in serie A o B in Russia".

Ti ricordi Montero?

"Il più cattivo di tutti, non gli davi una lira, lo avrei voluto tutta la vita in squadra con me. Anche se un amico gli faceva una battuta, lui subito reagiva. Era un pazzo furioso. Con Simeone hanno litigato nel tunnel: purtroppo devo dare una cosa positiva alla Juventus. Sostituito, ha detto al magazziniere di prendergli le scarpe da ginnastica. Montero si toglie la maglietta, entra in palestra e gli dice: vieni dentro, ma Diego ha messo la testa dentro, ma non entrato. Io avrei voluto buttarlo dentro e chiuderli insieme". 

Darko Pancev?

"Che bomber, ha fatto 4 gol con la Reggiana. Per me era fortissimo, ha beccato l'anno sbagliato. Incompreso. Ha vinto anche la Scarpa d'oro. È stato sfigato, ha trovato una squadra che non andava bene e non era servito, ma per me era più forte di Pippo Inzaghi".

Ricordi il Mondiale del 1994?

"Avevo il 10 perché si andava in ordine alfabetico. La finale ho giocato titolare, ero l'unico interista, giocavo senza parastinchi. Unico interista in finale, anche se abbiamo perso, ero in camera con Baresi che è bravo, anche se non parla tanto. Io fumavo di quei cubani in camera e non mi diceva nulla. Noi avevamo il fratello bello, Beppe".

Djorkaeff che giocatore era?

"Simpaticissimo, lo sento sempre. L'ho chiamato a mezzanotte, all'una per il suo compleanno, senza dire nulla, insieme ad alcuni amici gli ho cantato il suo coro e poi ho messo giù. Non voglio sapere niente, voglio solo farti il coro".

Quale dei tuoi ex compagni senti più spesso?

"Aldo Serena, andiamo anche in vacanza insieme, siamo sempre in contatto. Col calcio ho staccato tutto, quando stacchi in quel modo, non puoi fare una cosa tecnica. Collaboro con l'Inter come ambasciatore, ma solo quello, non mi vedo in tuta col fischiettino. Vado con Inter Legend, faccio i miei 3' fatti bene. A Madrid ne ho fatti addirittura 7'. Non si ricorda mai nessuno, ma mi sono fatto male seriamente, mi sono operato alle ginocchia".

Una volta avete fatto una partita tu e Gascoigne?

"A Wembley l'ho visto nell'inaugurazione del nuovo stadio del Tottenham. Non o conoscevo, l'ho incrociato qua in Italia, ma non ci siamo mai incontrati. Penso sia più matto di me, io non sono matto. Io facevo gli scherzi e me li facevano anche loro. Io usavo sempre quella scarpe da tennis, Pagliuca me le fece trovare appese bruciate, sono ancora offesissimo". 

Andresti all'Isola dei Famosi?

"Me lo hanno proposto alla prima edizione, Simone mi è stata dietro per anni, ma non riesco a fare quelle robe. Al mio posto è andato Tacconi". 

Miglior allenatore avuto in carriera?

"Trapattoni, l'ho avuto per tre anni e con lui abbiamo vinto lo scudetto dei record, indimenticabile. Lui è uno paterno, simpaticissimo, sa dialogare e ha un humor straordinario".