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Da interista doc, Paolo Bonolis vive ovviamente in maniera molto sentita la rivalità con la Juventus. Soprattutto quando gli si chiede di riaprire la ferita dei fatti di Calciopoli, il conduttore non nasconde l'amarezza nei confronti di quanto accaduto, non risparmiando anche qualche frecciata verso il popolo bianconero, definito arrogante. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport:
CALCIOPOLI - "Sul campo si vedeva che c’era qualcosa che non quadrava, poi è uscito tutto il materiale, soprattutto le schede telefoniche svizzere. Che motivo c’è di fare un processo quando un direttore sportivo ha delle schede straniere prese apposta per non farsi rintracciare e parlare con i dirigenti del calcio italiano? Siamo di fronte a fatti palesi. Poi uno si può rigirare la frittata come gli pare, il tifoso giustamente non vuole accettare che determinati successi raggiunti siano figli di qualche manomissione e quindi tende ad abbracciare qualunque alibi gli venga proposto. Ma sentir dire che hanno vinto 36 scudetti è abbastanza irriverente nei confronti della giustizia sportiva e delle altre squadre evidentemente quando vinci tanto c’è un’arroganza di fondo che ti porta a considerarti sempre puro. come disse giustamente Massimo Moratti: ‘Loro non sono cattivi, è l’abitudine'”.
ARROGANZA- "Credo sia cambiato tutto, ma c’è ancora una forma di leggera sudditanza da parte di taluni nei confronti di determinate squadre, in determinate partite, in determinati momenti specifici dei tornei. Ma questo è umano e tollerabile, c’è anche in Europa verso altri club. Non credo che la Juve abbia particolari facilitazioni (...). Se accettasse quella macchia nella sua storia sarebbe un bene, tutti sbagliamo, ma negare e mantenere questo picco di arroganza secondo cui siamo noi tutti pazzi a pensare una cose del genere, mi sembra brutto".
(Fonte: la Gazzetta dello Sport)
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