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"Le sponsorizzazioni fanno +48%, da 54 a 80 milioni, anche perché si è colmato il vuoto di DigitalBits. Il merchandising-licensing passa da 13 a 24 milioni. Scendono i costi, al netto del player trading, da 452 agli stimati 429 milioni. Merito dell’ulteriore taglio degli ammortamenti dei “cartellini”: 137 milioni nel 2020-21, 101 nel 2021-22, 90 nel 2022-23 e 78 nel 2023-24. Alla fine non si riscontrerà una riduzione degli stipendi, che gireranno ai livelli di un anno fa: 228 milioni le spese complessive per il personale. E’ vero che ci si è liberati dei pesanti ingaggi di Brozovic, Lukaku e Dzeko, ma vanno messi nel conto gli incentivi all’esodo, i rinnovi e gli innesti in prima squadra. Il calciomercato è l’altra voce che contribuisce al miglioramento del conto economico. Pesano le plusvalenze portate da Onana (43 milioni il guadagno netto) e Brozovic (15). Di conseguenza, i proventi del player trading, al netto degli oneri, ammontano al momento a 53 milioni, il doppio rispetto al 2022-23. Il risultato di bilancio lascia soddisfatto il management nerazzurro, guidato dagli ad Antonello e Marotta".
"L’obiettivo è di arrivare al più presto al break even. Quando? Dipenderà soprattutto dalla dinamica del fatturato, tra introiti commerciali, competizioni internazionali e mercato. Questo perché, dopo aver tagliato di una ventina di milioni il costo del lavoro tra il 2021-22 e il 2022-23, i dirigenti prevedono ora un incremento degli stipendi per i rinnovi da portare a termine (Lautaro e Barella). Si potrà lavorare sulle uscite ma l’anno prossimo, con almeno due partite in più di Champions e la novità del Mondiale per club, servirà una rosa numericamente adeguata".
(Gazzetta dello Sport)
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