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“La situazione è molto delicata, siamo davanti a una crisi sanitaria di portata mondiale. Noi giocatori siamo soggetti come tutti al rischio di contagio: ci si poteva e doveva fermare prima”. Così Borja Valero, centrocampista dell'Inter, nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in merito all'ipotetica ripresa del campionato italiano.
E avrebbe senso ricominciare?
Tra voi calciatori dell’Inter ne state parlando?
“Abbiamo la nostra chat di gruppo, ma per il momento ci sembra tutto ancora lontano e fumoso. Chiaro però che, se e quando ci verrà detto di ricominciare, come categoria faremo sentire la nostra voce”.
Hai detto che Antonio Conte è un vincente per l’intensità che mette nel lavoro.
“La sua forza è chiedere tantissimo non solo ai giocatori ma a tutti, fino ai magazzinieri e ai ragazzi dell’ufficio stampa. E, quello che chiede, offre in cambio”.
Nelle ultime partite prima della sospensione avevi trovato più spazio.
“Conte mi aveva parlato a inizio stagione. Era stato chiaro: io non faccio affidamento su di te, mi aveva detto. Poi ha visto come mi alleno, a testa bassa e mettendomi in discussione: mi ha chiamato di nuovo e mi ha detto che avrei avuto il mio spazio. Così è stato. Alla mia età e per quello che ho fatto vedere in carriera, non devo più dimostrare niente a nessuno. Né penso che a fine stagione mi scade il contratto: lavoro e mi metto a disposizione”.
Cosa vi è mancato nello scontro diretto di Torino contro la Juve?
“È stata una partita strana, giocata in condizioni strane, a porte chiuse. In più, non eravamo nel nostro momento migliore. Non la prenderei troppo in considerazione”.
Cosa manca a Eriksen per prendersi l’Inter?
Hai definito Brozovic il miglior centrocampista di Serie A.
“In tre anni che sono all’Inter è cresciuto in modo esponenziale. Pian piano si è reso conto di quanto sia forte e ha preso possesso di un ruolo nuovo per lui, quello del regista. Può crescere ancora”.
Tra i giovani, chi ti ha colpito di più in questa stagione?
“Il nostro Lautaro. Da un anno all’altro è quello migliorato di più. Oltre a segnare, fa un lavoro straordinario per la squadra”.
“Che qui abbiamo un progetto molto importante, visibile a tutti. E che, per realizzarlo, è meglio che lui sia con noi”.
Un talento come Esposito all’estero sarebbe già titolare?
“Magari no. Per crescere, i giovani devono giocare il più possibile. La scuola Inter per lui è fondamentale; detto questo, è giusto che con la famiglia decida il suo futuro”.
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