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Borja Valero: “Con l’Inter un gran legame, capisci subito cosa significa per i tifosi”

Le parole del centrocampista spagnolo

Marco Astori

Ospite della puntata settimanale di Inter Player One, programma di Inter TV, il centrocampista nerazzurro Borja Valero ha parlato della sua esperienza a Milano, ma non solo.

IL CALCIO - Il calcio per me è divertimento: è giocare nelle strade, a scuola, giocare per divertirmi e fare quello che mi è sempre piaciuto. I miei eroi? Chi giocava nel Real Madrid, mio padre mi ha dato questa malattia: c'era Butragueno, giocatori che hanno fatto cose meravigliose.

INTER - Un gran legame, dopo tanti anni in un'altra squadra sono arrivato all'Inter e ho visto subito cosa significa per la gente, ho visto sempre lo stadio pieno: capisci subito cosa significa. E' veramente bello essere parte di questa casa. Lo spogliatoio? Fondamentale, è la parte più importante: se hai un bel gruppo, dai tutto per la squadra. Compagni con cui ho legato? Tanti, con chi parla spagnolo, ma mi trovo bene con i "vecchi": Berni, Ranocchia, Padelli. Mi fanno ridere, vengono sempre in macchina insieme, sembrano un gruppo comico. Milano? Sono un appassionato del cibo, è molto vario: è una cosa affascinante, provo ad andare sempre in posti nuovi.

I CAMPIONATI - La Liga è tecnica, la tattica si lascia dietro, mentre in Italia si lavora nel tecnico-tattico, mentre in Inghilterra sono molto più fisici, sopratutto a metà classifica. Centrocampista? E' cambiato tanto, prima era tecnico, ora c'è bisogno di corsa, pressing per avere posto in una squadra.

RICORDO PIU' BELLO - Quando sono stato applaudito dagli avversari: è una cosa bella, mi è accaduto al San Mames a Bilbao. Me la porterò sempre nel cuore. Ho imparato di avere positività nella vita, mi mette tranquillità. Vorrei imparare a cucinare bene. Per andare in un ristorante tre stelle Michelin ho prenotato sette mesi prima: me la sono goduta come un bambino.

TOP FIVE - Metto Xavi per la sua intelligenza, Iniesta perché è unico e fuori dal campo è rispettato da tutti. Poi metto Silva, uno dei cervelli del calcio mondiale, Matthaus, uno dei giocatori più intelligenti mai visti nel calcio e Redondo, uno dei giocatori che mi piaceva di più. Hanno lo stile purtroppo del Barcellona, ma sono stati dei grandi.

ALTRI SPORT - Tanti, ultimamente mi piace l'NBA, l'NFL. Mi piace molto il golf, il tennis e il calcio con i bambini.

PASSIONE - Leggere, è una cosa che mi piace troppo.

LA FAMIGLIA - Mi ha conquistato lei, io sono troppo timido: siamo insieme da 15 anni, è capitato per caso. Ci siamo visti, abbiamo parlato e siamo andati al cinema: è stata lei a conquistare me. I figli? Meravigliosi, mi occupano le giornate: mi piace andare a prenderli a scuola e portarli alle attività.

LE CITTA' - Firenze? Seconda casa. Milano? Difficile, ristoranti.

LE SCELTE PIU' IMPORTANTI - Andare via di casa: avevo due scelte calcistiche, rimanere a Madrid o andare a Maiorca. Ho scelto la seconda, rompendo il legame con la famiglia: essere me stesso come persona è stata la scelta più importante. Momento più felice? La nascita dei figli.

EMOJI - Il biberon lo do a Ranocchia, è diventato papà da poco. Il cantante è Berni: gli piace il rock. Le mani a Padelli: scherziamo sempre in allenamento perché non ha le mani (ride, ndr). Brozovic è la faccia che sbuffa: in allenamento quando perde le partitelle si arrabbia sempre. E' una fantastica persona, però si arrabbia quando perde. Lo smartphone lo do a Keita: è vanitoso, gli piace farsi i selfie e postare su Instagram. A me stesso do la pizza, il mio hobby preferito.

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