- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Luciano Spalletti lo ha voluto, lo ha inseguito, lo ha corteggiato fino a che è riuscito ad acquistarlo: e tanta insistenza si capisce osservando come, e quanto, lo spagnolo incida sulla squadra; come, e quanto, riesca, con tocchi mai banali, a far girare il motore; come, e quanto, con una semplice occhiata e con un gesto, tenga in pugno tutto il gruppo. Il vero padrone dell’ Inter è Borja Valero, secondo La Gazzetta dello Sport è lui a dettare i tempi del pressing offensivo, è lui a decidere quando è il caso di rallentare il ritmo e quando, invece, occorre schiacciare sull’acceleratore, è lui a prendersi la responsabilità di ricevere i passaggi più delicati nelle zone più calde.
Si piazza davanti alla difesa, Borja Valero, "pulisce" tutti i palloni, trasforma il disimpegno in azione offensiva, tocchetta con sapienza con Vecino, che Spalletti gli ha piazzato al fianco per aumentare il dinamismo del reparto, e imbecca Candreva a destra e Perisic a sinistra con assoluta facilità.
L’impressione, al netto degli altri innesti, è che Borja Valero sia proprio la tessera che mancava al puzzle nerazzurro. Non è un caso che nei primi minuti del secondo tempo, quando lo spagnolo rifiata perché non è ancora in perfette condizioni fisiche, l’ Inter lasci il dominio del campo alla Fiorentina. In poco più di un’ora di gioco Borja Valero tocca 66 palloni, effettua 52 passaggi, sbaglia soltanto 4 appoggi e, cosa tutt’altro che trascurabile, per 7 volte va in recupero
sull’avversario.
La squadra è corta, stretta, reparti vicini e sempre connessi tra loro, costante aiuto tra i giocatori (possibile quando le distanze tra i singoli non sono eccessive). In questo modo anche la retroguardia soffre meno e, soprattutto, difficilmente viene sorpresa in inferiorità numerica.
(Fonte: Andrea Schianchi, La Gazzetta dello Sport 21/8/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA