I suoi numeri sui chilometri percorsi spiegano anche l’interpretazione del ruolo da trequartista che lo spagnolo svolge nel meccanismo di Spalletti. Per caratteristiche non è un trequartista, è più un regista. E la natura lo porta a cercare sempre la palla, ad abbassarsi o ad allargarsi per giocarla. I metri corsi, sommati, partoriscono quella media che per un giocatore di 32 anni è decisamente lusinghiera. Contro il Torino, nel finale, è stato spostato da trequartista a regista davanti alla difesa. Non è stato difficile trovarlo a recuperare palloni nella trequarti nerazzurra e poi a impostare in quella granata. Lo spagnolo non ha saltato alcuna partita finora giocando da regista e da trequartista. Spalletti non ci rinuncia, sa che la sua saggezza e la sua qualità servono a questa squadra. Un cervello che suda ha il suo fascino.
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