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«Se questo è un modo per liberarsi di Cassano, basta dirlo». A parlare del caso che vede protagonista Fantantonio è il suo procuratore Beppe Bozzo in un'intervista pubblicata stamani dal «Secolo XIX», nella quale spiega che il giocatore «è a pezzi». «L'ho sentito molto giù, molto depresso, avvilito. Antonio in questo momento è un ragazzo distrutto». «Antonio ha dato tantissimo alla Sampdoria ed è molto legato alla squadra. Però adesso si sente tradito - spiega Bozzo -. Io, d'altra parte, ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per mettere le cose a posto. Sono venuto a Genova, ho assistito personalmente alla telefonata tra Antonio e il presidente Garrone. Quando me ne sono andato per me era tutto sistemato. Francamente mi sfugge la logica delle cose. A meno che non ci si voglia liberare di Antonio. Ma allora farebbero prima a dirlo». All'origine del problema sorto col presidente della Sampdoria il rifiuto da parte di Cassano di andare a ritirare un premio. «Voleva stare a casa con la moglie - spiega Bozzo - i soldi non sono il problema».
Secondo il procuratore l'attaccante ed il patron della Samp si erano chiariti in una telefonata, mercoledì sera. «Io ero a casa di Antonio mercoledì sera - dice Bozzo - ed ho assistito alla telefonata che lui ha fatto al presidente. Era tutto chiarito, si sono lasciati bene, senza problemi, d'accordo. Evidentemente è successo qualcosa tra la serata e la mattina successiva perchè poi sono cambiate le carte in tavola». Nell'intervista il procuratore di Cassano parla del verbale che l'attaccante si sarebbe rifiutato di firmare. «Un documento che non sta nella logica delle cose». «Si sono intestarditi su questo documento - dice il procuratore - che andava al consiglio d'amministrazione della Sampdoria. E nel quale il presidente Garrone prendeva atto delle scuse ufficiali e formali del giocatore. Io non mi sono opposto al documento in sè. Mi sono opposto invece al sistema adottato. Hanno detto al giocatore 'devi firmare sennò facciamo filtrare la storià».
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