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Addio Brozovic, per l’Inter 60 mln di motivi. Ma non è tutto: il perché della cessione

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: l'Inter sta per dire addio a Marcelo Brozovic, in procinto di andare via dopo 8 anni
Alfio Musmarra

L’addio a Marcelo Brozovic è una scelta dovuta a molteplici fattori. Il primo neanche a dirlo è economico.  Il croato infatti, escluso Lukaku, è il più pagato e supera il tetto dei 13 milioni lordi che vanno moltiplicati per i tre prossimi anni.

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Il diktat della società è quello di abbassare il monte ingaggi e va da sé che i riflettori devono essere puntati su chi ha lo stipendio più alto: oggi Brozo, domani evidentemente Lautaro e Barella. Ma è un gatto che si morde la coda, a meno che non accada qualcosa dal punto di vista societario nel futuro prossimo che consenta di evitare ulteriori sacrifici.


Ma torniamo a Brozovic. La scelta di sacrificarlo è figlia di questioni economiche ma non solo. Quest’anno ha avuto degli acciacchi mal curati e il fatto che si sia intestardito a farsi seguire da consulenti esterni contro le volontà della società ha inciso non poco sull'idea di cederlo, soprattutto perché le ripercussioni sulla sua indisponibilità hanno finito per complicare non poco la stagione. L’Inter non ha gradito certi suoi atteggiamenti e alla fine ha optato per il sacrificio che porta al risparmio di una quarantina di milioni, oltre ai 20 da incassare.

Negli occhi abbiamo tutti la prestazione in finale di Champions, ma sarebbe riduttivo parlare dell’importanza di Marcelo solo in quella partita. Perché personalmente Brozovic resta nella top ten dei 10 migliori centrocampisti al mondo. Nella gestione della palla, nello spirito di sacrificio, nella corsa, nel non aver mai paura di farsi dare il pallone.

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È vero che in sua assenza abbiamo scoperto un Calhanoglu straordinario in cabina di regia, ma è altrettanto vero che Mkhitaryan ha 34 anni, e perdendo anche Gagliardini a zero, il centrocampo va rinforzato e non certo smontato. Per quanto forte sia poi Frattesi lascio a voi la discussione su chi sarebbe stato meglio prendere tra il centrocampista del Sassuolo e Milinkovic Savic.

Io mi fermo all’amarezza di perdere un giocatore straordinario, originale, istrionico, anche difficile da gestire, forse un po’ matto, ok togliamo il forse, ma che con Spalletti si è trasformato in fondamentale.

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Detto questo ora c’è da pensare a una squadra da puntellare sulle fasce e con un attacco da ridisegnare. Siccome sarà tutto a saldo zero c’è da immaginare che il prossimo a poter partire sia Onana.

Detto che il Napoli stravince lo scudetto con Meret tra i pali, buon portiere non certo Yashin, se l’unico modo è quello di autosostenerci visto che la proprietà non mette un euro non ci sono molte altre strade. Meglio perdere lui piuttosto che Barella o Lautaro. Affidando le nostre speranze a Marotta e Ausilio che, ricordiamolo, nelle ultime due sessioni precedenti hanno dovuto fare il mercato con un saldo di + 60 mln. Almeno quest’anno è a zero. Certo per una squadra che arriva in finale di Champions si sperava di aver un bonus da potersi giocare. Peccato.

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