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Caccia al tesoretto, l’Inter ha in mente un piano per l’Uefa: eccolo…

La società nerazzurra è ancora frenata dai vincoli imposti dal Fair play finanziario, ma intanto lavora per il futuro.

Alessandro De Felice

La presentazione in pompa magna aveva tratto in inganno, Suning è una potenza economica mondiale, ma i paletti del Fair play finanziario continuano ad essere un pesante freno e l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport spiega quelle che saranno le mosse future del club di corso Vittorio Emanuele:

Suning non intende cedere alcun big. È questo il messaggio che ribadisce la società, convinta che malgrado i nodi Mancini e Icardi ci siano altri club di cui si parla poco ma che sono più in difficoltà. L’Inter però deve vedersela con i paletti del fair play finanziario e quindi per arrivare a Candreva e trattenere le prime firme conta di lavorare in uscita sui giocatori ritenuti non centrali nel progetto tecnico.

Dopo i quasi 20 milioni accumulati con le cessioni dei vari Juan Jesus, Laxalt e Biraghi, si punta a un nuovo tesoretto piazzando Ranocchia, Melo, Santon, Gnoukouri e forse Eder. Dopo aver rispettato il primo step chiudendo a -30 milioni (eliminando le voci che si possono stornare) il vecchio bilancio, la società infatti intende dimostrare all’Uefa di essere su un percorso virtuoso anche in ottica 2016-17, quando l’obbligo sarà di chiudere in pareggio. Aspettando di capire se e quando sarà possibile dare un impulso ai ricavi attraverso sponsorizzazioni ed e-commerce, lavorare bene sul mercato potrebbe aprire le porte a un incontro con i dirigenti di Nyon che allenti la morsa imposta dagli accordi firmati tempo fa. Facendo pure pesare l’ingresso del nuovo azionista di maggioranza Suning. Impossibile farlo prima anche perché l’Uefa era impegnata tra finale di Champions ed Europeo, senza dimenticare che l’elezione del nuovo presidente avverrà soltanto a settembre. Se anche il summit non avvenisse prima del mercato estivo, ci sarà comunque tempo per lavorare a gennaio.

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