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Oggi l'avvocato Paolo Trofino impiegherà poco più di mezz'ora per concludere la sua arringa difensiva di Luciano Moggi per cercare di convincere la Corte che l’accusa di associazione per delinquere non può essere presa in considerazione. Poi toccherà al Pm Stefano Capuano, che quello che aveva da dire lo ha già detto, ma ha diritto a prendere ancora la parola. Poi, se gli altri avvocati non chiederanno di intervenire a loro volta, il presidente Teresa Casoria e le giudici a latere si ritireranno in camera di consiglio, e già entro la serata potrebbe essere emessa la sentenza del processo cosiddetto Calciopoli.
Si tratta solo di ipotesi, in teoria il verdetto potrebbe essere emesso anche dopo giorni, ma la convinzione di quasi tutti gli avvocati è che il collegio non si ritirerà per molto tempo. Le "nemiche" Casoria e le giudici Maria Pia Gualtieri e Stefania Pandolfi, ora dovranno parlarsi e trovare una decisione comune. E decidere se davvero Luciano Moggi fu il capo e il promotore di una associazione per delinquere insieme all’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo e se la stagione 2004-2005 fu condizionata in favore della Juventus da una organizzazione di cui facevano parte anche i designatori arbitrali dell’epoca Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, l’ex vicepresidente federale Innocenzo Mazzini, l'ex arbitro Massimo De Santis, il dirigente calcistico Leonardo Meani e il giornalista Ignazio Scardina. Tra gli imputati anche il presidente della Lazio Claudio Lotito, i fratelli Della Valle proprietari della Fiorentina, il presidente della Reggina Lillo Foti, l’arbitro Paolo Bertini.
L’accusa chiede per Moggi una condanna a 5 anni e 8 mesi, per Bergamo 5 anni, 4 e mezzo per Pairetto, 4 per Mazzini e pene minori per gli altri imputati. La frode sportiva è ormai a un passo dalla prescrizione, che sicuramente subentrerebbe prima dell’eventuale sentenza d’appello. Il processo si gioca soprattutto sull’esistenza o meno della Cupola del pallone. Le decisioni calcistiche sono già state prese da tempo dalla giustizia sportiva, con la retrocessione della Juventus e la radiazione di Moggi e Giraudo.
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